“É un vero fulmine a ciel sereno che conferma l’evidente improvvisazione e incapacità di programmazione dei responsabili politici e amministrativi che governano il sistema del grande patrimonio dei beni archeologici e culturali”. Con queste parole Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli, commenta l’aumento da 11 a 13 euro dei biglietti per l’ingresso agli Scavi di Pompei., il quale entrerà in vigore il prossimo 26 maggio, fino al 2 novembre. Il ticket del sito archeologico aumenterà da 11 a 13 euro, in coincidenza con la Mostra “Pompei e l’Europa (1748-1943)”, mentre il biglietto integrato del museo archeologico nazionale passerà da 8 a 13 euro.
Questa notizia di servizio, annunciata dal soprintendente Massimo Osanna ai maggiori tour operator italiani, ha seminato il panico tra gli addetti ai lavori: «Diserteremo Pompei – annunciano gli agenti di viaggio – il pacchetto turistico è già stato venduto e non abbiamo nessuna intenzione di rimetterci di tasca nostra». “Non si possono prendere certe decisioni senza essersi prima interfacciati con gli operatori del territorio – spiega Iaccarino alla Repubblica.it – Il mondo del turismo si muove con un anno di anticipo. È fondamentale che imprenditori ed istituzioni facciano sistema, o il danno di credibilità che ne ricaveremo sarà non meno pericoloso di quelli d’immagine che già ci hanno danneggiato in passato”. Parole forti, che trovano riscontro nelle numerose lettere di operatori campani alle prese con il rincaro e con l’imbarazzo di doverlo comunicare a crocieristi e visitatori di tutto il mondo. Basti pensare, ad esempio, che la settimana prossima al Sea Trade di Miami la squadra campana proporrà, come tutte le delegazioni internazionali, i prezzi del 2016.
“Tutti noi – spiega Cucari – ci troviamo nella difficoltà di dover comunicare ai clienti che devono pagare obbligatoriamente anche il costo del biglietto d’ingresso ad una mostra che probabilmente non riusciranno neanche a vedere, visto che spesso i crocieristi puntano su permanenze piuttosto brevi. Per questo motivo chiediamo alle istituzioni di rivedere quanto prima il decreto, con la speranza che possano casomaiistituire un supplemento facoltativo per la vistata alla Mostra e lasciare quindi invariato il biglietto attuale d’ingresso. Proprio in queste ore, tra l’altro, la Fiavet ha scritto al ministro Franceschini chiedendogli di smetterla di pubblicizzare dati falsi di visite ai siti: è chiaro a tutti noi professionisti, infatti, che queste statistiche sono drogate dai numeri delle domeniche aperte, che però fanno il solo bene dei residenti e quasi mai dei turisti”.