Roma, 27 set. (askanews) - E' di 11 milioni di euro il valore complessivo dei beni sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli all’imprenditore aversano Francesco Grassia, 71 anni, vicino clan dei Casalesi. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Ce) - Sez. Misure di Prevenzione. I beni sottoposti a confisca di prevenzione consistono in società e fabbricati, principalmente nella provincia di Caserta, nonché diversi beni mobili e rapporti finanziari nella disponibilità diretta e indiretta di Grassia.

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Giugliano in Campania (Napoli) dopo indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno sottoposto a fermo 6 indagati ritenuti appartenenti al clan dei “Verde” che, secondo gli inquirenti, gestisce gli affari illeciti nell’hinterland a Nord del capoluogo campano.

Il gruppo e’ ritenuto alleato con la famiglia camorristica dei “Ranucci”. I 6 indagati accusati di estorsione e di detenzione e di porto illegale di armi e ricettazione, reati aggravati dal metodo e da finalita’ mafiose. Il provvedimento di fermo e’ stato emesso per mettere fine alle attivita’ criminali del clan nei territori di Sant’Antimo, Grumo Nevano e Casandrino.

Da tempo, secondo quanto emerso dalle indagini, i clan sottoponevano a estorsione una societa’ di noleggio veicoli per ottenere – con minacce di morte e senza pagare – vetture da usare nel corso di azioni criminali o per gli spostamenti del latitante Filippo Ronga, arrestato il 12 gennaio a Formia e ferito dai Carabinieri perche’ aveva puntato una pistola contro uno dei militari che lo stavano catturando. Gli indagati, oltre a pianificare attentati, facevano uso di armi anche sparando per strada, incuranti del pericolo di colpire soggetti estranei a dinamiche criminali.