La caduta lavica ha causato un disastro ambientale
Il vulcano dell’Etna, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità

 “La caduta di cenere vulcanica nei paesi della fascia ionica-etnea della nostra provincia, in particolare nei comuni di Piedimonte, Calatabiano e Fiumefreddo, ha causato un vero e proprio disastro ambientale con gravi ripercussioni su attività agricole, commerciali e turistiche”. Lo sostengono la Cgil e la Flai Cgil di Catania, secondo cui sono caduti circa sette chili di cenere per ogni metro quadrato. Stamattina si sono recati a Piedimonte il segretario generale della Camera del lavoro Angelo Villari,il segretario confederale Giacomo Rota e il segretario provinciale della Flai Cgil, Alfio Mannino. Presente il segretario della Camera del lavoro di Piedimonte, Mario Maugeri, che è  anche presidente provinciale dell’Alpa. Il sindacato chiede al governo nazionale un intervento straordinario a sostegno dell’intero comparto agricolo e per tale ragione è necessario il riconoscimento dello stato di calamità e la messa in campo di iniziative concrete per rilanciare l’intero comparto. Per i prossimi giorni è in programma un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura Dario Caltabellotta a cui saranno chieste misure adeguate. Intanto è stata spedita una nota alla Prefettura di Catania e all’assessorato regionale all’Agricoltura. Quantificare i danni in questa fase è ancora prematuro ma, dicono Villari, Rota, Mannino e Maugeri, “tante aziende si sono viste distrutte la produzione annuale, soprattutto nel comparto florovivaistico ed olivicolo, per non parlare delle spese che saranno chiamate a sostenere le aziende per ripristinare gli impianti danneggiati.In questi Comuni a forte vocazione agricola – concludono i sindacalisti – si registra la presenza di migliaia di braccianti agricoli, che inevitabilmente perderanno molte giornate di lavoro”.