il Covid è riuscito ancora di più a dividere Nord e Sud? «In realtà, più che disunir – Spiega lo scrittore Pino Aprile in un’intervista al Giornale – lo,ha mostrato chiaramente quanto fosse diviso. La divisione, finora, era il prodotto di una narrazione, secondo la quale il Nord era onesto ed  efficiente, il Sud invece no. Il virus ha confermato questa divisione ma ha ribaltato la narrazione. Ha messo in luce un Sud efficace, capace di affrontare e risolvere subitol’emergenza e di assistere adeguaamente i malati. Come ha scritto El País, è un ribaltamento storico nella visione dell’Italia».

E se l’epidemia fosse esplosa a Sud con la stessa forza che a Nord, il sistema sanitario meridionale non avrebbe retto? Chiede l’intervistatore. «Innanzitutto bisogna distinguere tra i vari sistemi sanitari del Nord. Quello lombardo non ha funzionato, quello veneto ha reagito immensamente meglio. Quanto al Sud, nessuno può dimostrare che il sistema non avrebbe retto. Ma si può facilmente verificare come le misure di prevenzione siano state applicate prima e bene. Appena c’è stato il primo caso di contagio importato dal Nord, ad Ariano Irpino, De Luca ha immediatamente blindato l’area. E la stessa cosa hanno fatto tutti gli altri governatori delle regioni meridionali. Non mi risulta che sia stato fatto lo stesso ad Alzano Lombardo. Anzi, la Regione e il governo si sono passati il cerino perché nessuno voleva prendersi la responsabilità di chiudere. Una scelta folle».

Prima la Campania e poi la Sicilia e la Sardegna, hanno messo l’alt a persone in arrivo dalla Lombardia. Precauzione sanitaria o discriminazione al contrario? «È solo prudenza – Risponde Pino Aprile – Vorrei ricordare a chi parla di razzismo che il Sud ha accolto 200mila persone arrivate da Nord, nel momento in cui le zone infette erano concentrate tutte lì. E che, quando il Nord ha chiesto di essere aiutato, migliaia di medici e infermieri meridionali hanno risposto presente. Vorrei anche ricordare che nelle terapie intensive di tutto il Sud sono stati ricevuti e curati pazienti settentrionali, i quali hanno ringraziato per l’ottima assistenza ricevuta. E allora mi chiedo: dove sono i razzisti?».

Il post-Covid potrebbe essere un’occasione per il Sud per colmare il gap col Nord? «È un’idea sensata, anche perché no state lasciate colpevolmente partire senza essere prima controllate».

Per quanto riguarda i diffrerenti comportamenti fra le Regioni, lo scrittore non ha dubbi: “Non si può avere un’epidemia nazionale spezzettata tra Regioni in concorrenza tra loro e con lo Stato. Le Regioni sono state il vero disastro dell’Italia: l’epidemia sta confermando una fuga dalle megalopoli. L’Italia può ripartire solo dal Sud. Numerosi economisti hanno dimostrato  che un aumento di un euro del Pil a Sud determina un aumento di 40 centesimi del Pil al CentroNord, laddove un aumento di un euro a Nord comporta una crescita per tutto il Paese di soli 4 centesimi.

E questo perché nelle zone sature non ci può essere margine di sviluppo. Temo  tuttavia che questa occasione venga sprecata per la prepotenza delle Regioni settentrionali, che chiedono che la ripartenza cominci da Nord. Un ennesimo modo per sottrarre al Sud i soldi che gli spetterebbero.

Non sono bastati i 60 miliardi che ogni anno il Nord ruba al Sud, beneficiando della distribuzione iniqua della spesa pubblica?».