Un ricevimento del 1781 nel teatro di corte è descritto con abbondanza di particolari da un’ospite inglese, lady Anne Miller:
appena le Loro Maestà entrarono nella sala, la Regina, in vestito di raso a righe, ballò subito un minuetto colla massima perfezione. Gli invitati erano numerosi, ma meno di quanti me ne aspettassi. La regina invita solo coloro che può ricevere sans cérémonie; molti della nobiltà napoletana devono accontentarsi di vedere il ballo dai palchi di second’ordine. I suonatori dell’orchestra erano su le panche, che si alzavano a piramide una sull’altra, e in cima alla piramide erano gli ottoni. … A mezzanotte la Regina si tolse la maschera e si avviò per la cena, mentre i cortigiani le si affollavano attorno in ginocchio per baciarle le mani. Il primo piatto era un gran pâté fatto di maccheroni, burro e formaggio; poi vi furono piatti di pesce, sughi, cacciagione, carni fritte e arrosto, pasticci di Périgord, teste di cinghiale. … Il dessert era presentato a piramide e portato tra i convitati da camerieri vestiti in uniformi da soldati: vi erano dolciumi, biscotti, gelati di cioccolato, creme e una grande varietà di frutta in ghiaccio.
Dalla sala da pranzo la compagnia si trasferisce in quella da caffè, dove si trova «ogni tipo di rinfreschi e di bevande, oltre a liquori e vini greci». Quindi è di nuovo l’ora dei balli, che si protraggono «sino alle sette di mattina. Noi venimmo via molto stanchi ma, secondo l’uso delle dame italiane, bevemmo limonata in ghiaccio e sentimmo subito molto meno la stanchezza».6