Picchiato, tenuto segregato in un capannone in Libia senza potere uscire, e poi stipati in un peschereccio in viaggio verso la Sicilia, senza cibo ne’ sistemi di salvataggio, con due scafisti che, in acque internazionali, ‘chiedono aiuto agli italiani’.
E’ il ‘diario’ di un siriano fuggito un anno e mezzo fa dalla sua terra, assieme a moglie e tre figli, l’ultimo di tre mesi, secondo le dichiarazioni rilasciate alla squadra mobile della Questura di Ragusa. L’uomo e la sua famiglia sono arrivati ieri a Pozzallo, dove sono stati condotti, dopo essere stati soccorsi nell’ambito dell’operazione Mare nostrum, 395 migranti con una nave della marina militare italiana.