Cettina Restuccia
Cettina Restuccia

Di LAURA BERCIOUX

Una ragazza nigeriana, ospite del centro Cara di Mineo per l’immigrazione, è stata picchiata, segregata, violentata per tre mesi da un suo connazionale di 20 anni, Yanus Mamud. Una storia terribile iniziata a novembre. Vivono nella stessa casa, lui in una stanza, lei in un’altra: della condizione di disorientamento della donna, Yanus ne approfitta subito mostrandosi affettuoso, amichevole. Poi “il mostro” si rivela e la chiude in casa, la picchia, la violenta e non le permette di uscire fino a quando qualche giorno fa, lei riesce a scappare a va alla Polizia. Il pm Fabio Platania, dispone l’arresto per il 20enne nigeriano, con l’accusa di violenza sessuale e sequestro di persona. La donna ora è in una struttura protetta, dove è seguita da assistenti sociali. Concetta Restuccia, Presidente Evaluna Onlus centro antiviolenza di Taormina (ME) e Responsabile Anti Tratta di essere umani, si occupa da molti anni di immigrati.

Una nuova storia di violenza e di abusi all’interno di Cara Mineo: possibile che su 3mila ospiti nessuno abbia visto niente?

“In questo momento all’interno del CARA di Mineo sono ospitati circa 4000 richiedenti Asilo. Il Villaggio che ospita il CARA è equiparabile ad un grosso Paese ed è proprio il numero delle persone costrette a vivere in un luogo strutturalmente enorme e impossibile da gestire che  permette a qualcuno di “scomparire” e di diventare vittima di violenze e soprusi nonostante la presenza al suo interno di forze dell’ordine ed operatori . L’Associazione Penelope sin dall’apertura del CARA di Mineo ha richiesto l’accesso alla struttura per poter effettuare attività di informazione per le eventuali vittime di tratta presenti nel centro ma non è mai stata autorizzata; ad oggi le azioni di informazione e contatto con l’utenza viene effettuata di fronte all’entrata principale del CARA o direttamente sulle strade limitrofe al centro”.

Come viene gestito questo centro?

“Le linee guida del ministero dell’Interno per la gestione dei CARA stabiliscono degli standard minimi che prevedono per i Richiedenti Asilo:  incontri periodici con degli operatori legali affinchè venga predisposta l’audizione in commissione; erogazione di pocket money o di servizi; l’erogazione dei pasti; la consegna settimanale di appositi Kit per l’igiene personale; visite mediche effettuate da personale sanitario per normali controlli. Mi chiedo come è potuto succedere che una donna sia scomparsa per tre mesi senza che nessuno si accorgesse della sua assenza e senza che nessuno ispezionasse l’appartamento? Chi ha firmato le ricevute dei pocket money e ritirato il kit e dei pasti?

La donna è stata violentata e picchiata: il suo carnefice Yunus Mamud è stato arrestato?

“La donna nigeriana vittima di questa violenza è una richiedente asilo che cercava protezione all’Italia perché fuggiva da situazioni di pericolo e  che non poteva sicuramente immaginare che l’inferno lo avrebbe trovato qui. Il suo carnefice Yunus Mamud è stato arrestato e per lui le accuse sono sicuramente gravi. Ma la domanda che nasce spontanea è: quante violenze si sono consumate in silenzio dentro quelle recinsioni presidiate dai soldati ?”.