La ristrutturazione (o la cancellazione) del mondo del gioco d’azzardo, e della possibilità di giocare al casino online, sembrerebbe essere un obbiettivo comune, quindi dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, nonché per una certa parte dell’opinione pubblica che ancora oggi, nonostante gli sforzi intrapresi per dimostrare il contrario, ritiene che il settore ludico sia solo portatore di “piaghe sociali” e, quindi, da tenere più che sotto controllo. Tutti vorrebbero un gioco “diverso”, più controllato, meno presente, meno costoso, meno coinvolgente: insomma più divertimento e meno guadagno “per tutti, quindi, Stato compreso” perché a dire dei benpensanti il Governo che “gestisce le nostre vite” non può approfittarsi delle debolezze e dei vizi dei propri cittadini.
Ordunque, questo è ciò che si palesa, che arriva a mezzo dei media che sono sempre pronti a schierarsi con questo o con quello basta che si vendano i giornali: sono quasi sempre propensi a “fare carte false” per sciorinare notizie -magari non del tutto vere- sulle problematiche che possono derivare dall’abuso del gioco e questo per quanto riguarda le persone coinvolte nel “famigerato” gioco d’azzardo patologico.
Tutto bene sino a qui: insomma il bene comune deve essere protetto, sociale e territorio, ed ognuno deve fare la propria parte e le proprie rinunce. E da qui si parte per la riforma in Conferenza Unificata con i vari tentativi andati sino a questo momento a ”gambe per aria” o per una motivazione o per l’altra e si è arrivati all’ultima stesura proposta la scorsa settimana che sta facendo ancora discutere sia in bene che in male. Ma questa volta “il bene” sembra sovrastare “il male”.
Ma allora perché questa proposta viene ancora osteggiata da qualcuno? La prerogativa di questa ultima bozza è quella di dimostrare che il Governo “riesce” a fare un passo indietro e delega alle Regioni ed agli Enti Locali la possibilità di decidere come gestire sul proprio territorio il gioco, e tutto ciò che lo circonda: se non è ritornare sui propri passi questo! Nella bozza dell’accordo si prevede anche l’introduzione della tessera sanitaria per giocare e l’accesso selettivo ai punti di gioco per la tutela dei minori: altro punto caro ad associazioni di categoria ed agli Enti Locali.
Ma nonostante tutto questo “demandare alle Regioni”, ancora alcune regioni soddisfatte non sono ed osteggiano questa intesa che farebbe, senza ombra di dubbio, tanti protagonisti contenti della situazione che si andrà a creare ed a concretizzarsi. Questa intesa, come quest’ultima proposta ha descritto, seppur con gli inevitabili limiti che ogni riforma contiene, rappresenta indubbiamente un passo avanti notevole come anche i più critici in Conferenza Unificata (ed anche fuori) hanno potuto dichiarare.
E questa intesa consentirebbe oltretutto di rendere possibile un nuovo approccio, responsabile con un settore così esposto ai rischi per la salute pubblica e la legalità. Sembra quasi che questi punti importanti che si riuscirebbero a raggiungere con l’accordo con le Regioni e gli Enti Locali dia fastidio a qualcuno al punto di preferire che questo accordo fallisca miseramente con la conseguente realtà che tutto rimanga così come è oggi , invivibile, e forse nella insoddisfazione generale, ma probabilmente per poter dire che questo Governo ha fallito come hanno fallito, però, anche quelli precedenti. Ma di questo evidentemente qualche politico è soddisfatto!