di Vincenzo Musacchio
Se tutti si ribellano a questa nuova legge: ci sarà un motivo? Sindacati – tutti uniti dopo anni – professori, studenti, genitori, associazionismo hanno manifestato molto duramente contro questa riforma. Forse qualcosa che non va c’è? A me non piace affatto. Continuo a nutrire fortissime perplessità almeno su tre punti. In primis, nel paese più corrotto d’Europa, non si dovrebbe accentrare il potere su un unico soggetto ma al contrario decentrare e condividere collegialmente i percorsi scolatici ed educativi. La nuova figura del preside “deus ex machina” e governatore della scuola non mi piace e non la condivido. L’accentramento di potere, per quello che è la mia esperienza, ha sempre aumentato i conflitti e quindi prevedo non poche difficoltà nella gestione generale della scuola. Indubbiamente ci saranno tanti presidi capaci ma quanti non lo sono e si ritroveranno con un potere enorme in mano? Nella scuola una buona regola di funzionalità è stata sempre la collegialità con il coinvolgimento di docenti, studenti e genitori. In secundis, come ho più volte evidenziato, mi fa seriamente paura la questione riguardante il finanziamento proveniente dai privati. Questo presumibilmente creerà scuole elitarie in quanto nelle scuole “disagiate” nessuno andrà ad investire. In postremo, mi deprime leggere la persistenza di una netta prevalenza di finanziamenti alle scuole private. La nostra amata Costituzione dice che la Repubblica deve istituire scuole di ogni ordine e grado, deve in primo luogo consentire che la scuola pubblica funzioni al meglio. Solo quando questa condizione sarà soddisfatta, si potrà pensare ai privati. Questi tre punti nodali sono molto pericolosi e nascondono notevoli insidie. Questa non è la riforma della scuola che ho sempre sognato e soprattutto non è la riforma della scuola di un governo di sinistra! Sono e resto fermamente convinto del primato della scuola pubblica, laica, gratuita e obbligatoria. Lo scopo della nuova legge avrebbe dovuto essere quello di rendere possibile il pluralismo scolastico, senza tuttavia mettere in discussione il principio del primato della scuola pubblica organizzata e finanziata dallo Stato, la quale, del resto, appare la migliore garanzia dei principi del pluralismo e della piena libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, che la Costituzione repubblicana afferma e difende. Questa legge a me pare andare nella direzione opposta. Ai posteri l’ardua sentenza!