“Su quota 100 i conti sono sbagliati, troppe promesse, la spesa aumenterà – avverte Tito Boeri, presidente dell’Inps -. I nostri dipendenti subiscono quotidianamente aggressioni, Salvini lo sa bene, abbiamo chiesto di rafforzare la sorveglianza”. E ancora: “Se il presidente del Consiglio mi dicesse che non c’è più fiducia in me, lascerei… ma non posso farlo per un tweet. E trovo pericoloso per la nostra democrazia la delegittimazione degli organi indipendenti e di controllo”. “Quello che il governo deciderà, noi ci metteremo pancia a terra a realizzarlo – chiarisce – . Come sempre. Ma spetta all’Inps segnalare per tempo potenziali violazioni del patto intergenerazionale di cui è garante: le persone mi fermano per strada e mi chiedono se le loro pensioni verranno pagate. Quando i chiarimenti sulle intenzioni effettive del governo non ci vengono dati nelle sedi istituzionali, siamo costretti a chiederli pubblicamente. Perché dobbiamo essere messi nelle condizioni di prepararci e ragguagliare i cittadini. Non vogliamo fare da parafulmine per reazioni a promesse non mantenute”. Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio sono in uscita oltre 600mila lavoratori, il triplo dei pensionamenti anticipati registrati in media negli ultimi 10 anni. Alle 437mila uscite potenziali di “Quota 100” vanno aggiunte quelle ordinarie 2019. Ma lo scambio fra lavoratori “out” e nuovi ingressi non è automatico.