Si moltiplica la tensione all’interno della maggioranza attorno all’ipotesi di un contributo sulle pensioni più alte. A tenere alta la polemica le indiscrezioni sul dossier allo studio del governo che attraverso l’intervento punterebbe a risparmiare un miliardo all’anno da destinare a esodati e cassintegrati. Nel mirino i pensionati d’oro, ma anche – è la novità di oggi – quelli d’argento in una corsa al ribasso che fa dire al sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta: “Chi guadagna fino a 2.000 euro netti di pensione al mese può stare assolutamente tranquillo”. Non stanno tranquilli affatto i sindacati costretti a intervenire ancora una volta a distanza di due giorni dalle dichiarazioni al Corriere della Sera del ministro Poletti che aveva per primo parlato dell’intenzione del governo di intervenire. Un intervento che a detta dell’ex ministro Elsa Fornero non vorrebbe dire tassare le pensioni più alte ma prendere un’eccedenza in un momento di difficoltà.
“Troppa confusione sulle pensioni da parte del governo Renzi. Per la Cgil è comunque inaccettabile un intervento sulle pensioni retributive”. Si legge sul profilo twitter del principale sindacato italiano dopo che stamane era intervenuto anche il leader della Cisl Bonanni: “Non si può intervenire sul pregresso, come se i pensionati già non pagassero contributi di solidarietà, non ottenendo, negli ultimi tempi, nemmeno la rivalutazione. Mi sembra una iniziativa eccessiva. Invece di intervenire sulle municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500”. Dello stesso avviso Walter Verini del Pd. “Il lavoro per ridurre la spesa pubblica improduttiva, il lavoro di Cottarelli, produrra’ il reperimento di risorse da destinare alla crescita, cosi’ come il lavoro di riforma della pubblica amministrazione”.
Sulle barricate anche il Pdl. Di effetti recessivi dell’eventuale prelievo parla Daniele Capezzone, mentre Renato Brunetta prova a stanare il governo: “Il contributo di solidarieta’ sulle pensioni piu’ alte esiste già: colpisce tutte le pensioni superiori a circa 5 mila euro netti al mese. Con una progressione che va dal 6 al 18 per cento per quelle superiori a 195 mila euro lordi l’anno (circa 10 mila netti al mese). In quest’ultimo caso la somma delle due aliquote (quella erariale ed il contributo) porta, al margine, ad un prelievo di circa il 65 per cento. Ma se il contributo di solidarieta’ gia’ esiste, quali sono le reali intenzioni del governo? Vuole abbassare l’asticella, come ha dichiarato il Ministro Poletti? E fino a quanto? Come fara’ a misurare l’esatto contenuto del privilegio? – si domanda Brunetta -. Ricordiamo che, in genere, le pensioni piu’ alte sono quelle di vecchiaia, che scontano un lungo periodo di contribuzione e versamenti contributivi corrispondenti al reddito percepito. A loro volta valorizzati con un tasso di rendimento via via decrescente. Mentre le pensioni d’anzianita’, a partire da quelle baby, hanno garantito benefici ben maggiori, in termini di equivalenza finanziaria. Se privilegio non ha da essere e li’ che bisogna intervenire, evitando di confondere la giustizia con la semplice invidia sociale.
Pensa ad un taglio alle sole pensioni retributive Scelta civica. “Chi ha versato i contributi non dovrà quindi temere nessun prelievo indiscriminato, chi invece percepisce pensioni basate su fantasiosi calcoli retributivi e promozioni improvvise a fine carriera, che creano ovvi buchi di bilancio” dice il deputato di Sc, Andrea Vecchio che attacca apertamente il presidente della commissione Lavoro e deputato del Pd Cesare Damiano su pensioni e lavoro. “Mi chiedo cosa ne sappia Damiano di cosa vogliono le imprese: penso che il nostro non abbia fatto un giorno di lavoro in vita sua, poiché fare il sindacalista in Italia non significa lavorare, ma sfruttare falsi moralismi e luoghi comuni di certa inattaccabile sinistra. Ebbene, io ho fatto l’imprenditore per molti anni, quindi indicherò a Damiano le vere istanze di chi fa impresa. L’intervento sul cuneo fiscale e la modifica dell’art. 18 affinché si proteggano i veri lavoratori e non gli stipendiati imboscati e i fannulloni che hanno creduto e credono tuttora che nessuno potrà mai scalzarli dal loro comodo posto in uno stipendificio”.
Rincara la dose il capogruppo di Scelta civica alla Camera Andrea Mazziotti. “Scelta Civica è sempre stata d’accordo con l’imposizione di contributi sulla parte delle cosiddette pensioni d’oro che non corrisponde a contributi effettivamente versati. E abbiamo presentato un disegno di legge in questo senso al quale i nostri partner di maggioranza si opposero. Se ora si sceglierà di andare per questa via, non saremo certo noi a opporci. Ma se si decide di farlo, occorre incidere anche su una situazione ben più scandalosa che è quella dei vitalizi dei parlamentari. Insisteremo quindi perché venga presto calendarizzata la proposta di legge costituzionale presentata da Enrico Zanetti per intervenire anche retroattivamente sulle assurde situazioni che vedono ex parlamentari e consiglieri regionali percepire uno o più vitalizi anche molto elevati dopo aver ricoperto la carica magari per periodi brevissimi”.