«Basta, se è così non mi candido più»: poche parole ma esaustive che Marco Minniti manda come un messaggio non proprio d’amore a Matteo Renzi. L’ex ministro dell’Interno è veramente arrabbiato. Non ne può più delle giravolte renziane: «O sei con me o sei contro di me». Tradotto: o fai il nuovo partito, e allora io cedo il passo, o vai avanti con me. Minniti ha avuto fin dall’inizio il problema di rappresentare il mondo di Renzi senza farsene fagocitare. Si pensava, anzi, che l’appoggio renziano gli avrebbe spianato la strada verso la vittoria nelle ‘primarie’, ma lo avrebbe poi condizionato nell’esercizio della leadership. In realtà il sostegno di quel mondo è stato alquanto avaro.e si fa sempre più concreta l’ipotesi di un imminente disimpegno. Sullo sfondo ci sono le elezioni europee. Renzi non ha alcuna intenzione di andare nelle file di un Pse dato ormai in caduta libera: in settimana sarà a Bruxelles con Sandro Gozi, il teorico dell’andare oltre il Pd per vedere di stringere alleanze con le forze di stampo macroniano. Nella sua e-news, Renzi fa due passaggi significativi. Primo: in Andalusia la sinistra è andata malissimo, «sarà mica colpa anche h del mio carattere?». Secondo: «Quelli che ce l’hanno con Macron sostengono i gilet gialli, io sto invece con Macron e la legalità». E in chiusura, Renzi affida il suo pensiero a una decina di righe per smentire di voler fare un partito con Berlusconi: «II Cavaliere non mi ha mai votato la fiducia, cosa che ha fatto con Monti e persino una volta con Gentiloni». Smentisce il partito con Berlusconi, ma non che ne voglia fare uno comunque, distinto e magari distante dal Pd.