Giuliano Pisapia capolista Pd alle Europee. È questo il primo biglietto da visita del nuovo corso che Nicola Zingaretti ha in mente se il 3 marzo diventerà segretario del partito grazie alle primarie. La mossa potrà essere ufficializzata solo dopo i gazebo. Allora il governatore del Lazio giocherà la carta che più si identifica col suo progetto: schierare alle prossime elezioni un listone progressista e di sinistra, inclusivo e civico, con personalità appartenenti a mondi diversi ma capaci di incarnare la stessa scommessa. Far rinascere un Pd che, dopo la sconfitta alle politiche, vien dato per spacciato. Perciò l’ex sindaco di Milano è considerato la figura giusta al posto giusto: capolista dei Democratici nel Nord-Ovest, tra Lombardia e Piemonte, praticamente casa sua. Il riscatto di quel centrosinistra largo che falli un anno e mezzo fa insieme a Campo Progressista, il movimento lanciato proprio da Pisapia ma naufragato prima delle elezioni causa del mancato accordo con il Pd a trazione renziana. Massimiliano Smeriglio, coordinatore di “Piazza Grande”, lo annuncia con una formula vaga nel corso di un’iniziativa all’Hotel Nazionale: «Abbiamo bisogno di allargare e rinnovare la sinistra, altrimenti accettiamo la deriva salviniana: razzista, nazionalista e maschilista. Faccio una proposta a chi è a sinistra del Pd: state dentro. Come fanno Sanders e Ocasio-Cortez nei democratici americani: convivono con figure molto più moderate come Hillary Clinton. Vorrei gente come Cacciari, Pisapia, Ilaria Cucchi e Mimmo Lucano». Accanto a lui Zingaretti sospira: «Magari Giuliano corresse con noi in una lista nuova, aperta, è una risorsa eccezionale che aiuterebbe a dare un segno che qualcosa sta cambiando». E che è molto più di un semplice desiderio. Pisapia, per ora, commenta così: «Sono onorato, ma è presto per parlarne». Meno soddisfatto è Carlo Calenda. Intervistato dal Corriere della Sera spiega: «Giuliano è uno dei primi Firmatari del manifesto “Siamo Europei”. Non so se deciderà di candidarsi, personalmente me lo auguro davvero, ma sono certo che la formula di una `lista Pd aperta” evocata da Zingaretti non c’entra nulla con il progetto “Siamo Europei”. E dubito che Pisapia sarebbe interessato». «Vedo un inspiegabile avanti e indietro. Prima il Pd aderisce al manifesto “Siamo Europei” e all’idea di lista unica e poi si parla di lista pd aperta. Io non sono disponibile ad alcuna operazione cosmetica. Tanto più se tornano in gioco Emiliano, Bersani, D’Alema e Grasso».