Ettore Pottino
Margherita Tomasello, contitolare dell’omonimo pastificio, in una recente intervista ha individuato la debolezza del sistema produttivo siciliano individuando alcune criticità: la prima l’inaffidabilità degli attori, aziende che falliscono che vengono confiscate e quant’altro. La seconda, il mercato di approvvigionamento in mano a intermediari e non agli agricoltori, incapaci di aggregarsi. La terza lo strapotere della grande distribuzione che fa il bello e il cattivo tempo con contratti capestro . Ultime le batoste delle bolle dei prezzi, la prima del 2008, quando hanno dovuto onorare i contratti vendendo in perdita e la seconda quella odierna .
Facile disquisire sui drammi che colpiscono imprese e dietro di loro persone… ma è necessario farlosempre con onestà intellettuale . Quello che traspare dall’intervista di Margherita è l’estrema fragilità del sistema e precarietà degli attori. Insomma il contesto fisiologico del nostro Sud: agricoltori disaggregati intermediari che hanno occupato , nelle assenze, spazi esuberanti il loro ruolo, mulini, pastifici , con scarsi polmoni finanziari, grande distribuzione “volatile” molte volte prevaricante alcune volte latitante.
Questo è lo spaccato in cui però per troppi anni ci siamo adagiati. Mercato opaco, assenza di rilevazioni prezzi attendibili, fantomatiche piazze , agricoltori impigriti che abdicano alla commercializzazione del loro grano, mulini e pastifici che sono sempre restii ai rapporti diretti con gli agricoltori soprattutto se preventivi, molto più comodo ordinare al momento con una telefonata al referente di turno. E le navi, grano globale a prezzi globali quando non ci mette lo zampino la speculazione finanziaria.
Basta pensare al grano canadese, ottimo per la corsa alle proteine , sinonimo di qualità: e tutti a intonare un mantra: proteine ,proteine…
Ma qualcuno si è mai domandato a cosa si deve l’esplosione della celiachia e dei disturbi correlati? Qualcuno fino a qualche decennio fa ne aveva sentito parlare? Davvero non c’è nessun legame con l’utilizzo di grani ad alto contenuto proteico nei nostri alimenti? Non esistono altre risposte tecniche alle esigenze industriali in modo che oltre la qualità percepita il prodotto abbia anche la qualità sostanziale della sicurezza alimentare?
Cosa fare? Sicuramente tutti noi dobbiamo rimetterci in rete, comprendendo anche gli intermediari . E fare sistema , rinunciando a una piccola parte della nostra autonomia , in cambio di una filiera che parta dall’approvvigionamento della materia prima fino allo scaffale. insomma passare da una ciurma di pirati, quali oggi tutti siamo, a truppa regolare.
Inoltre, non capisco perchè vendere in perdita per rispettare i contratti con la Grande distribuzione. Se c’è questa rigidità del contratto per quale motivo, come è già successo nel 2008, il prezzo della pasta è schizzato immediatamente con l’aumento del prezzo della materia prima? Aumento, peraltro, assolutamente ingiustificato sia perché il costo del grano incide sulla pasta per non più del 20% sia perché il riverbero dell’aumento si riversa sul prezzo al dettaglio dopo almeno sei mesi , che è il tempo del processo commerciale. Ora questi aumenti, assolutamente sproporzionati , sono forse un indebito guadagno della Gdo ? Spero di no e che il buon senso vada a determinare comportamenti che vadano a mitigare i contraccolpi per i fornitori, quantomeno dando un senso al maggiore onere che comunque viene addossato sempre al consumatore finale .
Infine, un parallelo fra grano e petrolio. Come mai i prezzi salgono immediatamente all’aumento del prezzo della materia prima ma non seguono mai il percorso contrario con la stessa celerità? Qualcuno ha visto, dopo gli aumenti della pasta del 2008 quando il grano è schizzato a € 0,50 , la diminuzione della stessa , l’anno dopo quando il prezzo del grano è crollato a € 0,18?