Parte forte quota 100, il meccanismo introdotto dal governo Conte per lasciare il lavoro in anticipo rispetto alla scadenza dei 67 anni. Ieri era il primo giorno per presentare domanda, e alle 20.30 l’Inps aveva ricevuto circa 1.000 richieste, 600 direttamente da cittadini, altre 400 dai patronati. Segno di come ci fossero tante persone «virtualmente» in coda per utilizzare la via d’uscita disegnata per chi ha almeno 62 anni d’età e 38 anni di contributi. Ma già stamattina, per le 13, l’Inps ha convocato in teleconferenza le sedi territoriali e i patronati per chiarire i primi dubbi emersi sull’applicazione delle nuove norme: «Le prime domande sono state inviate subito perché si trattava di casi in cui non c’era alcun dubbio di carattere interpretativo – dice Lisa Bartoli, responsabile della comunicazione del patronato Inca-Cgil -. Un caso emblematico per esempio è quello di un sessantatreenne di Roma, disoccupato da sei anni, con 40 anni di contributi. Per il resto aspettiamo invece che l’Inps ci chiarisca nel dettaglio la procedura, analizzando più fattispecie, non solo quelle più semplici, e poi partiamo». «Già oltre 500 italiani hanno fatto domanda per liberarsi dalla legge Fornero» twittava il vicepremier Matteo Salvini, prima ancora che l’Inps rendesse pubblico l’ultimo aggiornamento. Del resto quota 100 è il provvedimento bandiera della Lega così come il reddito di cittadinanza lo è per il Movimento 5 Stelle. Le due misure sono confluite nel cosiddetto decretone, approvato dal consiglio dei ministri la settimana scorsa, entrato in vigore ieri. E che oggi comincerà il suo percorso in Parlamento per la conversione in legge, partendo dalla commissione Lavoro del Senato, con relatrice la presidente Nunzia Catalfo, M5S.