Di Laura Bercioux
La battaglia contro i roghi nella terra dei fuochi continua. Anzi, ancora più forte dal momento che, dopo il clamore mediatico, i fari dell’opinione pubblica e del governo sembra che si siano spenti. Ma Don Patriciello, il parroco anti-veleni, continua sulla sua strada. E, nell’intervista, spiega perché non bisogna realizzare il nuovo inceneritore ad Acerra. “È una vera e propria battaglia – racconta nell’intervista – Vengo proprio adesso da Villa di Briano, piccolo centro in provincia di Caserta, a pochi passi da Casal di Principe. La Polizia forestale sta scavando in un fondo indicato da un pentito della camorra, Francesco Della Corte. Stanno trovando di tutto: dai rifiuti urbani a quelli industriali. Purtroppo gli svernamenti arrivano fini alla falda acquifera. E pensare che tutto il paese di Casal di Principe non è collegato alla rete idrica ma attinge acqua direttamente dai pozzi. Qualcosa di inconcepibile. Le istituzioni sono le grandi assenti in questa situazione tristissima e paradossale. Si continua a illudere la povera gente volendo far credere loro che con altri inceneritori ( inceneritori non termovalorizzatori ) si risolvono i problemi. È una vera menzogna. Il vero problema – lo abbiamo detto tante volte ai vari ministri per l’ ambiente – il vero problema, dicevo, sono i rifiuti industriali, non quelli urbani. E i rifiuti industriali, ospedalieri o radioattivi non possono di certo bruciare negli inceneritori”.
Ci sarà un altro sit in per far sentire la propria voce?
“Certo e non uno solo. I nostri comitati sono sempre in allerta. I giovani volontari che in questi anni si sono spesi gratuitamente in modo meraviglioso tengono la situazione sotto controllo. Sono diventati più esperti di tanti “ esperti” che vengono lautamente pagati per fare quello che in realtà fanno loro”.
Papa Bergoglio è molto attento alle tematiche sociali, pensa che potrà sostenervi concretamente in questa battaglia per una speranza di vita?
“Ha già cominciato a farlo. La sua voce si è levata, a favore dell’ ambiente in generale, e della nostra terra in particolare non una volta solo. il 14 maggio, in piazza san Pietro, rivolgendosi a un migliaio di persone che avevo accompagnato a Roma ebbe a dire queste parole: « Saluto i fedeli della terra dei fuochi e ricordo a tutti che la dignità della persona umana e il diritto alla salute vengono prima di ogni interesse personale). A Caserta poi, sabato 26 luglio, ancora è ritornato sul dramma che ci uccide”.
La gente ha mai pensato di lasciare queste terre ed andare via? E Lei riesce a perdonare i camorristi che hanno ammazzato la gente disseminando morte?
“Si, purtroppo tanta gente ha pensato e pensa di lasciare questa terra per mettere in salvo la sua vita e quella dei propri cari. Tanti altri, al contrario, sentono forte il dovere di rimanere per richiamare in vita la nostra madre terra moribonda. In questa triste storia i camorristi hanno tanta colpa, ma guai a dimenticare che lo scempio avvenne grazie all’ abbraccio mortale tra camorristi, industriali disonesti, colletti bianchi e una parte della politica collusa e corrotta. A chi si pente veramente e non per finta, il Signore Gesù non nega mai il suo perdono. Se lo concede Lui, chi sono io per non concederlo? Certo – diciamolo – sono stati proprio degli stolti a permettere l’ avvelenamento della terra nella quale continuano a vivere i loro cari”.