“Separati in casa». Antonio Bassolino non usa mezzi termini. in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, per descrivere quello che attualmente, a suo parere, è il rapporto tra sindaco e vicesindaco di Napoli dopo la decisione della GIunta di costituirsi parte civile nel processo contro il numero due di Palazzo San Giacomo, Tommaso Sodano. “Il vicesindaco — sottolinea Bassolino — è l’ultimo rimasto della giunta arancione, con Annamaria Palmieri. E ha anche avuto un ruolo nei cambiamenti: Narducci, Realfonzo. Bernardino Tucclllo e gran parte degli assessori dimissionari o sostituiti è con lui prima che con de Magistris che hanno litigato, politicamente, è con lui che hanno avuto divergenze di opinioni sulle scelte amministrative. Per Bassolino «Questo problema poteva risolverlo il sindaco, o potrebbe risolverlo, dato che è lui che nomina vicesindaco e giunta e assegna le deleghe. Oppure poteva risolverlo il vicesindaco, o potrebbe risolverlo il vicesindaco, nel senso che potrebbe considerare la costituzione della giunta come parte civile una scelta rispetto alla quale trarre conseguenze. Invece, né sindaco né vicesindaco riconoscono la contraddizione e non traggono, o l’uno o l’altro, le conseguenze. Una contraddizione però rimane. In realtà, in materia di contraddizioni c’è già un precedente. Quando c’è stata una diversità di scelte e comportamenti rispetto ad altri assessori. Prendiamo il caso della Tommasielli, anche se si è trattato di una contraddizione indiretta. Prima
le è stata espressa solidarietà e non le è stato revocato l’incarico. Poi però è stata presentata una mozione di sfiducia che in consiglio comunale sarebbe stata votata dalla maggioranza e il sindaco non si è espresso, non le ha confermato la fiducia. Sfiduciata dalla maggioranza e indirettamente dal sindaco, lei ne trasse le conseguenze e lasciò. Oggi la situazione è perfino più delicata. Innanzi tutto perché il vicesindaco è un pilastro nella giunta, è stato in questi anni il principale pilastro dell’amministrazione arancione e del demagistrisismo. Se viene meno lui, non viene meno solo un assessore,
sia pure importante, ma il principale pilastro. E c’è anche un paradosso che a molti è sfuggito».
Il rischio, conclude Bassolino, “è che nei prossimi mesi le conseguenze si avvertano sulla vira della città. E c’è da chiedersi se il fatto che tanti piccoli ma importanti interventi quotidiani su strade, buche, alberi, cose che si possono fare con pochi soldi ma non si fanno, non dipenda anche da un
clima non più di collaborazione ma da separati in casa».