Papa Francesco, nella sua udienza generale a Piazza San Pietro, durante la Giornata Mondiale del Rifugiato, davanti a una platea di oltre 15mila fedeli, ha affrontato a viso aperto, come ci ha abituato sin dal suo primo giorno di Pontificato, il tema della accoglienza dei rifugiati, dei migranti. Basti pensare che il primo viaggio che ha fatto il Santo Padre, è stato in Sicilia, a Lampedusa, nel luglio del 2013. Nel suo profondo discorso, Papa Francesco ha parlato di perdono e ha detto “Vi invito tutti a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita”. Un Papa da sempre più vicino al cuore e ai bisogni degli ultimi, di una umanità sconvolta da guerre non solo belliche, guerre finanziarie, spietate. Una umanità esposta a pura macelleria sociale. Anche Pietro Grasso, Presidente del Senato Italiano, ha espresso il suo pensiero, dopo le parole di Papa Francesco e di quel perdono a chi non ha pietà per i rifugiati e gli emigranti…
“Io sono con il Papa – dice Grasso -: niente muri ma ponti. Sono per la solidarietà nei confronti degli immigrati che devono essere considerati persone, non certo bestie”. Il perdono a chi non accoglie i profughi, sembra essere una parola sconosciuta al leghista Matteo Salvini, che approfitta della grande difficoltà sociale degli italiani, da perfetto populista di berlusconiana memoria, e replica “Quanti rifugiati ci sono in Vaticano? Il problema è che i rifugiati sono un quarto di quelli che arrivano, noi non abbiamo bisogno di essere perdonati. Sono curioso di vedere se a Torino il Papa incontrerà qualche sfrattato torinese”. Non si fa attendere neanche Roberto Calderoli che affonda il colpo e dichiara “Papa Francesco dovrebbe chiedere perdono per tutti quegli incoscienti che hanno favorito l’esodo di decine di migliaia di disperati verso l’Italia. Dovrebbe chiedere perdono per Renzi e Alfano in primis, per tutti i buonisti interessati, per questa Europa che se ne frega e per coloro che si ergono a paladini dell’antirazzismo, ma che fanno sì che si crei una disparità enorme di trattamento tra i cittadini italiani in difficoltà e gli immigrati clandestini, ai quali vengono regalati a spese nostre soggiorni che a volte sono anche di lusso”. In molti si sono schierati dalla parte del Papa come Nichi Vendola, nel suo tweet “Fosse per Salvini, anche quel Papa Straniero dovrebbe tornarsene a casa…”.
Il Papa, nel suo discorso, ha chiesto ai fedeli di pregare per coloro che fuggono dalla propria terra, in cerca di una casa sicura, sono persone che scappano via dalla guerra e dalla fame. Bergoglio ha incoraggiato a gran voce, coloro che si prendono cura di queste persone, persone che hanno una propria dignità, identità e diritto alla mobilità. Insomma il tema caldo dell’immigrazione, al centro di un dibattito italiano ed europeo, dove si tenta di abbattere il trattato di Dublino, resta il tallone di Achille di un Paese, a conduzione renziana, immerso negli scandali della corruzione più smodata, incontrollabile, che disorienta molti italiani, che non arrivano alla fine del mese, che non hanno lavoro e welfare. Italiani sempre più stretti nella morsa delle tasse, del populismo e della negligenza politica. Italiani, pronti, però, a tendere una mano a quegli sfortunati che ci chiedono aiuto. Il grande business dei centri di accoglienza e di quel sistema di vasi comunicanti sull’immigrazione che l’Italia ha prodotto, impone all’Italia, all’Europa e al mondo, un atto politico serio e strutturato per affrontare l’emorragia umana che ogni giorno, ora dopo ora, sbarca nel nostro Paese, inarrestabile. Gli ultimi accadimenti di Ventimiglia, della posizione francese, dei fili spinati, della Serbia, dell’Ungheria, dei morti galleggianti nel Mediterraneo, dei morti nel fiume ghiacciato al confine con i balcani, non possono aspettare. Il conto alla rovescia è già iniziato.