
di LAURA BERCIOUX
Il Premio Civitas 2014 quest’anno è andato a Andrea Ballabio dopo il concerto dell’orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli e il Coro diretta da Carlo Ponti, figlio di Sofia Loren. Altra bella notizia è che il Premio Civitas andrà in giro per il mondo: sarà trasmesso in America e in alcuni Paesi Europei. Una diffusione televisiva che racconta Pozzuoli e le sue antichità, dall’Anfiteatro Flavio al Rione Terra, dall’Antro della Sibilla al Tempio di Serapide. Ed è proprio al tempio che si è tenuto il concerto davanti a mille spettatori seduti e 15mila che circondavano l’intera area archeologica. Dunque il Civitas è un appuntamento che si ripete da 25 anni ed è “la creatura” di Paolo Lubrano, puteolano da sette generazioni, che porta Pozzuoli nel mondo per rivendicare la straordinaria bellezza della sua terra, la meravigliosa Pozzuoli; rivelarne la storia millenaria, promuoverne le ricchezze, illuminarne gli angoli meno noti, offrirle visibilità all’estero.
Paolo Lubrano, cosa è cambiato “nel suo sogno” per una Pozzuoli internazionale?
“No, il mio sogno non è mai cambiato. A cambiare, in meglio, è stata negli anni la mia città. E mi piace pensare che un po’ della spinta innovatrice attuale parta proprio dal Premio Civitas, riconoscimento che omaggia trasversalmente volti dello spettacolo, della cultura, della ricerca scientifica, dell’arte che intrecciano così la loro storia a quella di Pozzuoli, divenendo simbolicamente ambasciatori dei suoi tesori nel mondo.
Venticinque anni fa la Prima Edizione del Premio Civitas. Come è nata l’iniziativa?
“Quando iniziai questa avventura come produttore, oltre venticinque anni fa, ero poco più di un ragazzino. Un giovane e orgoglioso puteolano dalla testa, allora come oggi, carica di idee e ambizioni. E ricordo che alla prima edizione del Premio Civitas i giornali reagirono con stupore e un po’ di diffidenza. Un titolo in particolare parlava del “coraggio di accendere i riflettori sulla città ‘sgarrupata’, sul comune fantasma”. Pozzuoli, in effetti, alla fine degli anni Ottanta appariva impoverita, stanca, in affannosa risalita dalle aggressioni del terremoto. Una fotografia sbiadita dall’abbandono che con il passare degli anni ha recuperato progressivamente i suoi colori, ormai sempre più accesi, vivi, dinamici. C’è voglia di mettersi in gioco, nascono nuove associazioni, partono progetti interessanti, le idee prendono forma in eventi accattivanti.”
Quest’anno lo avete dedicato a una tragedia che colpì la città di Pozzuoli
“Un emozionante omaggio alla memoria delle vittime dell’incidente di Monteforte Irpino che ha stretto i cittadini puteolani intorno ad una tragedia che ci ha colpito direttamente al cuore, portandosi via i nostri familiari, i nostri amici. Un lutto che Pozzuoli ha affrontato unita con una dignità toccante, commovente”.
Pozzuoli ha dato i natali a Sofia Loren: Sofia è il cuore del Premio Civitas.
“Se Sofia Loren è da sempre la testimonial d’eccellenza di Pozzuoli e del Premio Civitas, suo figlio Carlo Ponti, di cui mi onoro di essere amico, che l’edizione 2014 ha avuto l’onore di ospitare, ne è l’erede naturale. Il maestro ha diretto una delle più prestigiose orchestre al mondo, l’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli. La musica e le voci si sono inoltrate tra le bellezze archeologiche del Tempio di Serapide fino a raggiungere il mare. È stata una serata magica. Il secondo premio lo abbiamo consegnato ad Andrea Ballabio, direttore dell’Istituto Telethon di genetica e medicina (TIGEM) che, più di ogni altra persona, incarna alla perfezione il senso della sfida di cui il Civitas si fa portavoce: un ricercatore che dagli Stati Uniti torna ad investire a Pozzuoli, riportando vita nell’ex comprensorio Olivetti e creando un fermento scientifico e culturale che ci entusiasma. È la conferma questa, che non siamo soli, che lo stesso sogno può scuotere l’anima di migliaia di persone, trasformandosi finalmente in realtà”.