Di Maio a Pescara. In vista del voto del 4 marzo ieri a Pescara la kermesse programmatica dei 5 Stelle. IOl candidato premier Di Maio sfida gli avversari: Ci dicano perché non sono d’accordo con le nostre proposte. Chi ci ha governato finora il cuore non ce l’ha mai messo”. Nei 20 punti del programma non c’è il referendum sull’euro ma 400 leggi da abolire, riduzione Irpef, reddito di cittadinanza, lotta agli sprechi e privilegi. “Vedremo – ha detto – chi voterà questi punti perché non siete disponibili a convergere su questi 20 punti perché ve lo chiederemo la sera del 4 e lo chiederemo”. La presentazione della lista dei candidati usciti dalle parlamentari è stata rimandata di qualche ora ma sul palco si sono visti alcuni di quelli provenienti dalla società civile come per esempio i giornalisti Emilio Carelli e Gianluigi Paragone o il comandante Gregorio De Falco. Di Maio ha anche citato Beppe Grillo: ” E’ stato – ha detto – una parte fondamentale del Movimento”
Botta e risposta tra D’Alema e Salvini. Mi preoccupa la deriva fascista del Carroccio, dice l’ex premier. La replica di Salvini: “D’Alema beve troppo. Via le mummie dal Parlamento”
Germania, il Partito socialdemocratico ha provato la linea del presidente Schultz per formare un esecutivo assieme ai Cristiano democratici della cancelliera Angela Merkel. Ma la Spds si è staccata. La mozione Schulz a ottenuto 362 voti a favore e 279 contrari. Già domani i leader dei due partiti potrebbero incontrarsi l’obiettivo e formare entro la fine di marzo il nuovo governo che la Germania attende dalle elezioni del 24 settembre
Il viaggio del Papa in Sudamerica. ultimo giorno in Perù. Si riaccende la polemica sugli abusi sessuali commessi ai sacerdoti
Lotta alla mafia parla un nuovo pentito e scattano gli arresti, in manette i boss emergenti. Tra questi anche il figlio dell’autista di Totò Riina. Decisive anche le denunce di alcuni imprenditori in carcere da un anno e mezzo. Uno dei boss del mandamento di Resuttana, potente clan nel centro di Palermo, decide di parlare, collabora con i magistrati e Palermo trema. Sergio Macaluso, nuovo pentito che svela i nuovi equilibri in città e i nomi dei nuovi capi e così finiscono in cella 5 boss. Tra questi Giuseppe Biondino, figlio di colui che fu autista di fiducia di Totò Riina, ufficialmente gestore di un’agenzia di cartellonistica in città e ritenuto il reggente del mandamento. In carcere anche Francesco Lo Iacono, altro nome di Rangom nipote dell’omonimo capo mafia di Partinico. Il pentito porta inoltre elementi di conferma ad indagini che i carabinieri stavano seguendo e che partivano dalle denunce di due imprenditori.