G.M., vedovo da alcuni anni, viveva nel terrore a causa delle continue aggressioni fisiche, minacce e ricatti della figlia quindicenne e del fidanzato diciassettenne, figlio di un noto mafioso del quartiere Guadagna di Palermo. Il peso della colpa per non essere riuscito a sottrarre la figlia a quella relazione violenta lo ha tormentato a lungo.


2. Violenze e minacce di morte
A partire da dicembre 2023, il ragazzo e la figlia hanno ripetutamente picchiato G.M., sommergendolo di messaggi e telefonate per ottenere denaro. Il giovane lo ha persino minacciato di morte, sfruttando le sue origini mafiose per intimidirlo.


3. Il tragico epilogo
Nel marzo successivo, ormai sopraffatto dall’angoscia e dalla paura, G.M. ha deciso di togliersi la vita impiccandosi nella propria abitazione. Accanto al suo corpo, ha lasciato una lunga lettera indirizzata agli altri due figli, in cui descriveva l’incubo subito e i sentimenti di vergogna e impotenza che lo hanno spinto al suicidio.


4. Il contenuto della lettera
Nel testo, G.M. attribuisce gran parte delle responsabilità al fidanzato della figlia, accusato di averla portata sulla “cattiva strada”. La ragazza, incinta dal dicembre 2023, aveva avviato insieme al compagno una serie di richieste di denaro sempre più pressanti.


5. Le indagini e gli arresti
Gli inquirenti, esaminando tre mesi di conversazioni WhatsApp, hanno confermato le accuse. Dopo otto mesi di indagini, la procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha disposto l’arresto dei due giovani, aspettando che la ragazza partorisse prima di eseguire il fermo. Lei è stata trasferita in una comunità a Catania, mentre il ragazzo è stato rinchiuso nell’istituto penale Malaspina di Palermo.


6. L’estorsione e le finte minacce
La procura ha scoperto come i due adolescenti avessero inscenato di essere vittime di minacce da parte di sconosciuti, per convincere G.M. a dare loro denaro. Non ottenendo quanto richiesto, la figlia aveva anche finto di aver abbandonato la scuola, costringendo l’intervento dei servizi sociali.


7. Le accuse di violenza sessuale
L’apice del ricatto si è raggiunto quando i due hanno minacciato il padre di denunciarlo per violenza sessuale, promettendo di farlo arrestare. Le pressioni hanno coinvolto anche altre persone, tra cui la nonna paterna della ragazza, che risulta parte offesa nel procedimento.


8. I prossimi sviluppi giudiziari
L’udienza preliminare per entrambi gli imputati si terrà il 26 marzo davanti al gup del tribunale per i minorenni Nicola Aiello. L’accusa nei confronti della coppia è di estorsione aggravata e morte come conseguenza di altro reato.