di SIMONA D’ALBORA
Adesso non avrà più scuse per rimanere ancora chiusa la struttura Alma Mater. Sul sito del Santobono, infatti, è comparso il bando per la ricerca del personale professionale per il progetto NET-CpaP NETWORK Campano per le cure palliative pediatriche e la terapia del dolore, presto quindi il padiglione diventerà operativo.
La vicenda dell’Alma Mater risale al 2011, quando il presidente del Rotary Posillipo, coinvolgendo tutti i Rotary napoletani volle offrire all’azienda ospedaliera, guidata dalla direttrice generale Anna Maria Minicucci, una struttura in grado di accogliere una o due famiglie di bambini malati terminali, bisognosi di cure palliative in ambienti adeguati. Una struttura davvero all’avanguardia realizzata in soli cinque mesi e che rappresenta il primo esempio in Europa di ambiente dedicato costruito direttamente all’interno di un reparto di oncoematologia pediatrica.
Un modo per offrire alle famiglie e ai bambini un ambiente familiare, diverso dai reparti e dai corridoi di un ospedale, e che si concilia con quelle che sono le esigenze di cura del malato terminale. La residenza è composta 4 stanze da letto, 3 bagni, cucina e soggiorno completi di arredamento e di tutte le necessarie funzionalità e si trova a pochi metri dal reparto dove i bambini sono ricoverati. Il costo di progetto fu di poco superiore ai 100.000 euro, finanziato dai Rotary napoletani, dal Distretto Rotary Napoli 2100 e un Rotary di Instanbul e un circolo indiano. Collaborò al progetto anche la Carmine Gallo, l’associazione di genitori volontari Onlus che opera presso l’Ospedale Pausillipon
La residenza Alma Mater fu inaugurata il 17 giugno del 2011, dal Cardinale Crescenzio Sepe, alla presenza del Presidente della Regione Campania. Ma da allora è sempre rimasta chiusa. Mancavano i fondi per il personale adeguato. Insomma era stato previsto una struttura unica in Europa, prima ancora che la Regione avesse i fondi per il personale qualificato. In questi anni la dirigente Minicucci si è molto impegnata per cercare di dare seguito a un progetto che era fermo da 4 anni, nonostante la struttura modello. E finalmente arriva il personale qualificato. La speranza sarebbe che nessun bambino ne avesse bisogno.