È il giorno dell’ufficialità della candidatura di Marco Minniti al congresso del Pd. Dopo settimane a tergiversare, l’ex ministro dell’Interno indossa per la prima volta l’abito del candidato alla segreteria. Una decisione sofferta almeno a sentire lo stesso Minniti, che ha rivelato alcune perplessità da parte della moglie e delle due figlie: “La mia famiglia ha una piccola resistenza sull’idea che io abbia deciso di candidarmi”. Fatta questa premessa, l’ex ministro mette subito in chiaro che la sua discesa in campo è “autonoma”. Guai a parlare di profilo di stampo “renziano”. Non a caso si smarca dall’ombra dell’ex premier sottolineando in più di un passaggio che “io sono Marco Minniti e penso di aver dimostrato in questi anni di avere una capacita di autonomia politica”. Per lui arriva intanto l’endorsement dell’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda: “E’ una persona di livello, lo sosterrò”. “Matteo non è in campo, quindi è ancora più assurdo fare un congresso renziani/antirenziani. Se Maurizio Martina si candida, può aiutare ad evitare una cosa del genere”: così Graziano Delrio, capogruppo dem ed ex ministro delle Infrastrutture.