C’è anche un Sud virtuoso ed è emerso clamorosamente proprio nella fase più difficile del contrasto al Covid 19. Clamorosamente perché non era affatto scontato che un popolo, che un usurato cliché vuole particolarmente indisciplinato e anarchico, si rivelasse a sorpresa ligio alle restrizioni nella sua ampia maggioranza. Virtuoso anche per aver messo in mostra alcune eccellenze anche in campo medico, come ormai appare evidente che sia l’equipe guidata da Ascierto e la cura adottata per affrontare le complicazioni più rischiose del contagio, primo episodio di aspra polemica emerso nel corso di una puntata di Carta Bianca.

 

L’EMERGENZA CHE UNISCE

Ed è un fatto del tutto nuovo, dice Isaia Sales nel suo commento affidato oggi al Mattino. Nessuna emergenza infatti sé è manifestata con disposizioni eccezionali valide per tutti, omogeneamente imposte sull’intero territorio nazionale. Non accadde con le guerre risorgimentali che interessarono di volta in volta solo alcune zone e in momenti diversi. Né accadde con la prima guerra mondiale “che – ricorda Sales – coinvolse i soldati di ogni parte d’Italia ma fu combattuta solo ai suoi confini”. Nemmeno con l’avvento del fascismo, che si affermò a partire solo da alcune regioni del Nord. Anche la a seconda guerra mondiale “spaccò in due il Paese dopo 1’8 settembre”, e sappiamo “che non tutti i territori furono interessati allo stesso modo dagli scontri armati o dai bombardamenti, e in ogni caso – sottolinea Sales – non nello stesso arco di tempo”. Infatti per il Meridione la guerra finì in anticipo…

Le altre tragedie che abbiamo conosciuto nel corso del tempo? Terremoti, alluvioni, inondazioni, colera… Non hanno avuto un impatto nazionale ma tutt’al più interregionale. E la stessa cosa è avvenuta con il terrorismo, sia quello di natura territoriale (Alto Adige), che con quello politico o con gli attentati mafiosi…

 

LA PRIMA VOLTA

È la prima volta che la nazione tutt’intera, e contemporaneamente, ha dovuto affrontare la stessa tragedia.Con provvedimenti unici, dalle Alpi alla Sicilia. “II coronavirus – è il commento di Sales – ci ha “nazionalizzati” più di qualsiasi tragedia precedente e ci ha fornito la prima fotografia di una comunità compatta alle prese con un’unica e generale emergenza”.

“Ma l’Italia – prosegue – proprio mentre si è riconosciuta più simile nelle sue varie parti, al tempo stesso si è scoperta più rancorosa, più frammentata, più incerta sul suo futuro, con le spaccature Nord-Sud che hanno conosciuto al tempo stesso una smentita (nei costumi e nei comportamenti) ma nuove ragioni di scontro”. Il riferimento esplicito è a Vittorio Feltri, autore delle note esternazioni sull’inferiorità dei meridionali.

Per fortuna un secondo fronte di fuoco e fiamme dopo i focolai di Lombardia e della regione padana, innescato dal comportamento dei meridionali indisciplinati, non c’è stato. Nel Sud “la gente è rimasta disciplinatamente a casa. Si può parlare, dunque, di un particolare contributo meridionale alla tenuta sanitaria della nazione”.

 

UN POTEZIALE IMPORTANTISSIMO

Che cosa si può ricavare da queste pertinenti osservazioni? Secondo Sales il fatto nuovo di trovarsi al cospetto di “un potenziale civile e comportamentale importantissimo. Una riserva per la nazione”. E soprattutto una nuova lettura del Mezzogiorno che manca nella narrazione sul Sud “che si perpetua nonostante le smentite puntuali, compresa questa clamorosa sul modo di reagire al virus… Che ha seguito per la sua espansione la mappa e i luoghi dell’economia italiana più sviluppata”. La quale si è sentita colpita anche nella propria reputazione, evidentemente, se è vero che ha reagito con una fiammata di antimeridionalismo causata in realtà dal sentirsiin difficoltà nel tentativo di spiegare – e giustificare – “quello che non va in alcune grandi regioni settentrionali. Una novità – conclude Sales – davvero singolare nella storia italiana.