di SIMONA D’ALBORA
Chi uccide sulle strade italiane rischia fino a 12 anni di carcere e il ritiro della patente, fino a 30. Questa la vera novità del ddl sull’omicidio stradale. Un primo passo è stato compiuto, dopo anni di vuoto legislativo in materia di incidenti mortali, la commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo che contiene questi provvedimenti. Il ddl andrà in aula a giugno, in modo che le nuove normative rientrino nel codice penale prima della fine dell’anno. Insomma un’accusa pesante per chi uccide sulle strade italiane, quella di omicidio. Un’accusa resa necessaria purtroppo dai troppi incidenti mortali che si verificano sulle nostre strade. Chi causa un incidente mortale in stato di ebbrezza o alterazione dovuto a droghe può essere punito da 8 a 12 anni di carcere. Ma è prevista la galera anche per chi uccide qualcuno da sobrio e commette effrazioni gravissime. Reclusione da 7 a 10 anni, infatti, per chi causa un incidente mortale passando con il rosso, circolando contromano, andando al doppio della velocità consentita o invertendo il senso di marcia dove non c’è visibilità (dossi e curve) o nei pressi di incroci.
Per quanto riguarda la licenza di guida, la legge non prevede l’ergastolo della patente, come chiedevano in molti, ma la revoca, a seconda di quali e quante infrazioni si commettono, può arrivare fino a 30 anni. Finalmente l’Italia si dota di uno strumento che scoraggi comportamenti troppo leggeri e disinvolti alla guida. Chi si mette in auto dovrà farlo con una consapevolezza maggiore di quello a cui potrebbe andare incontro. Purtroppo non basta il pensiero di mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri con comportamenti pericolosi alla guida, e quindi è necessario che lo Stato garantisca la certezza della pena e punisca severamente chi ammazza per leggerezza o imprudenza. Nel mondo, ogni anno, oltre un milione di persone muoiono in un incidente stradale, di queste, più di trentamila in Italia. Molto spesso chi provoca questi incidenti se la cava con pene troppo leggere rispetto all’assassinio commesso. Fra poco questo non sarà più possibile.