C’è grande attesa per le misure che oggi il premier annuncerà su fisco e lavoro. Confermato che ci sarà un taglio a doppia cifra del cuneo fiscale, la partita è ancora aperta su dove concentrare le risorse, pari a 10 miliardi, ovvero su Irap o Irpef. O su tutte due con l’ipotesi in campo di destinare il 70% (7-8 miliardi) a vantaggio dei lavoratori e il restante 30% (2-3 miliardi) per le imprese. In programma poi una rivisitazione degli attuali ammortizzatori sociali, il piano per sbloccare i debiti Pa in modo strutturale, il piano sull’edilizia scolastica, con un impegno iniziale di oltre 2 miliardi, e il piano casa targato Lupi che vale 1,35 miliardi di spesa in quattro anni.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan da Bruxelles ha annunciato che il taglio delle tasse sarà coperto i modo permanente da tagli di spesa. Nel frattempo cresce il fronte di quanti chiedono di concentrare il taglio solo sull’Irap oltre ai vice ministri Enrico Morando e Carlo Calenda, anche Forza Italia con l’ex ministro Mariastella Gelmini sostiene che solo alleggerendo il carico fiscale sulle aziende si potrà avere più occupazione. Ma è soprattutto il mondo di Confindustria ad alzare la voce e a esprimere il suo dissenso. Il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, in una lettera al Corriere dice che “soltanto attraverso una riduzione del costo del lavoro le aziende italiane rimarranno competitive e ci sarà ancora una possibilità di attrarre investitori esteri o di far sì che gli investitori esteri mantengano gli investimenti” che hanno già in Italia.