Kiev ha chiesto di inserire Odessa nella lista dell’Unesco . Il giornalista lucano Maimone lo ha chiesto per la città di Maratea
Maratea, 31 agosto 2022 – Come riportano alcune agenzie, l’Unesco, mediante un comunicato stampa corretto, ha divulgato la notizia che l’Ucraina ha annunciato la decisione di richiedere l’iscrizione del Centro Storico della Città di Odessa nella lista dei richiedenti il titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità, in quanto patrimonio artistico di immenso valore, che, situato a poche decine di chilometri dal fronte, ha subito i duri colpi dei bombardamenti della Russia.
Il Ministro della Cultura e dell’Informazione ucraino Oleksandr Tkachenko è stato ricevuto, in data dal Direttore Generale dell’Unesco Audrey Azoulay, nella Sede dell’Organizzazione , sita a Parigi, ed ha annunciato che l’Ucraina chiede il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità per il Centro Storico di Odessa, città portuale del Mar Nero.
Anche il giornalista italiano Biagio Maimone, originario di Maratea, un mese fa, ha chiesto alla Direttrice dell’Unesco, in veste di estimatore della sua terra originaria, attraverso una narrazione poetica, di proclamare la città lucana Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ponendo in luce la poesia insita nell’identità della verdeggiante Città di Maratea.
Biagio Maimone ha definito Maratea “La Cittadella verde” in quanto essa, da sempre, protegge la sua natura rigogliosa con azioni tese ad impedire uno sviluppo edilizio selvaggio e qualsiasi gesto vandalico, individuale e collettivo, che possa danneggiarla .
E’ ben evidente come Maratea possa costituire un modello encomiabile di green economy, anche relativamente agli obiettivi del PNRR, che si prefigge lo sviluppo socio-economico del Sud Italia, proprio in quanto fa proprio un modello economico che salvaguarda l’ecosistema, ponendo al centro la difesa della natura e della salute dell’essere umano, nonchè la sua centralità nell’ambito delle politiche finalizzate allo sviluppo dei territori.
Biagio Maimone ha rivolto il seguente appello, accorato e vibrante di tenerezza e poesia, alla Direttrice dell’Unesco Audrey Azoulay, affinché destini alla Città di Maratea il titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità: “Il verde ed il mare di Maratea, “La Cittadella Verde”, sono l’espressione più elevata della splendore primigenio ed incontaminato della natura, custodita con cura amorevole dai suoi cittadini, che hanno stabilito regole rigorose per proteggerla da ogni forma di inquinamento e di degrado. L’etimologia del suo nome, inoltre, la definisce “Dea del Mare” e rimanda ad una forma di regalità divina per quanto attiene la bellezza delle sue coste, del suo mare ed il colore delle sue acque, nelle quali si specchia la vegetazione ridente delle coste, che tinge di iridescenze verdi e azzurre la superficie del suo mare.
Ma non basta, visitando la cittadina, che sorge in romantici rioni e valli e si adagia sui dorsi di alti e verdi montagne, si constata come Maratea sia ben curata dalla mano dell’uomo, da farne non solo un luogo bucolico, ma anche l’esempio della realizzazione concreta della tutela dell’ambiente e dell’ecologia.
Le chiare acque, sia del mare, sia dei ruscelli e dei mille rivoli, che si aprono nelle pareti rocciose delle contrade, e le alti e verdi montagne fanno di Maratea uno scorcio di paradiso, di cui i suoi abitanti sono consapevoli, a tal punto da essersi impegnati affinché fossero impedite costruzioni selvagge, come avviene in tanti luoghi della terra, con un rigoroso piano regolatore, per lasciare che la natura possa vivere nella sua espressione più autentica.
Primeggia la cultura del verde e del suo rispetto, sicuramente proveniente dalla tradizione di una piccola città colma di storia, che ha 44 Chiese, che la rendono orgogliosa di custodire la propria religiosità, espressasi, con orgoglio e tenerezza, finanche nella cura della natura”.
Biagio Maimone ha concluso sostenendo: “Maratea merita di essere Patrimonio Mondiale dell’Unesco e, quindi, dell’Umanità, non solo per testimoniare la sua radiosa bellezza naturale e la sua cultura per la vita, ma anche per testimoniare la premurosa cura dei suoi abitanti dedicata alla natura, al proprio patrimonio di bellezze naturali, per fare in modo che esso possa essere patrimonio di tutti”.