Le imprese vedono una svolta sul fronte occupazionale: tra gennaio e marzo 2015, il sistema produttivo intende assumere 209.700 persone; 201.300 sono, invece, le uscite previste. La differenza – 8.400 occupati – rappresenta i posti di lavoro aggiuntivi che verranno creati nei primi tre mesi dell’anno. Se ancora non si può parlare di ripresa vera e propria, questo dato e, in particolare, alcune specifiche dinamiche messe in evidenza dal monitoraggio trimestrale effettuato da Unioncamere e Ministero del Lavoro nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, lasciano intendere che per le imprese la ripresa dell’occupazione potrebbe essere iniziata.
Apripista la Lombardia – e Milano in modo particolare – con un saldo attivo previsto di 9.300 posti di lavoro. Ma Excelsior rileva anche un recupero delle entrate in valore assoluto, previste in aumento del 13,4% rispetto al I trimestre 2014 e una risalita delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato (45.600 quelle preventivate entro marzo 2015 a fronte delle 39mila del I trimestre dello scorso anno). Rispetto allo scorso anno, inoltre, i saldi positivi si fanno più robusti in diversi comparti manifatturieri, soprattutto nella meccanica (5.300 i lavoratori in più da assumere) e nel comparto chimico-farmaceutico (+3.200) e, nei servizi, in quelli a maggior tasso di innovazione (servizi avanzati di supporto alle imprese +6.500 e Informativa e tlc +3.500). In un contesto, quindi, in miglioramento, risaltano però due criticità: resta negativo il saldo atteso delle imprese minori (-3.540 i posti di lavoro che andranno persi nei primi mesi del 2015), mentre riprende slancio la capacità di creare occupazione delle imprese di taglia superiore; è ancora in rosso il bilancio tra entrate e uscite di personale del Mezzogiorno (-3.390 il saldo), mentre nel resto del Paese, e soprattutto nel Nord-Ovest, il mercato del lavoro mostra segni di ripresa.
“Come già sperimentato in passato, Excelsior, monitorando le previsioni di assunzione del sistema produttivo, è un termometro molto sensibile e attento ai fermenti che attraversano il sistema produttivo”, commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “L’indicazione che oggi ci fornisce è significativa sotto molti punti di vista: ci dice quanto le imprese stiano scommettendo su Expo; quali sono i settori produttivi che meglio stanno affrontando i mercati internazionali, primaria fonte di business in questi anni; quali siano gli orientamenti degli imprenditori rispetto alle linee di riforma tracciate dal Governo”.
Le entrate previste tra gennaio e marzo 2015 Le 209.700 entrate complessive previste nel I trimestre dell’anno riguarderanno 165.500 lavoratori subordinati: 45.600 le assunzioni a tempo indeterminato (6.600 in più rispetto al I trimestre 2014), 71.900 quelle a termine (+2.100), 12.100 i contratti di apprendistato (+2.600), 32.800 i lavoratori interinali (+5.700). Saranno inoltre 44.200 le entrate con forme contrattuali atipiche (+7.700), ripartite tra 26.300 contratti di collaborazione a progetto (+3.200) e 17.900 lavoratori con partita Iva e occasionali (+4.500). Toccano le 54mila unità le entrate previste dal settore manifatturiero, con la meccanica pronta ad aprire le porte a 16mila lavoratori, le industrie metallurgiche a 9.800, il sistema moda a 5.700 e 6.200 saranno ricercati dal settore alimentare. Oltre 17mila, invece, le entrate previste dalle imprese delle costruzioni. Tra i servizi, che complessivamente prevedono 138.600 entrate, spicca la forte richiesta del commercio (33mila entrate), dei servizi di alloggio e ristorazione (19.600), dei servizi alle persone (29mila), dei servizi operativi e avanzati di supporto alle imprese (oltre 31mila nel complesso). Alle imprese fino a 49 dipendenti si dovranno 126.200 entrate, 53.500 alle aziende con oltre 250 dipendenti e 30mila alle imprese con 50-249 dipendenti. Considerando anche le uscite, quasi tutti i settori manifatturieri e dei servizi sembrano proiettati a rimpinguare la propria base occupazionale. Le eccezioni riguarderanno, nell’industria, l’alimentare (-300 il saldo), il legno e mobile (-400) e, soprattutto, i tessile, che perderà 1.100 lavoratori; nei servizi, invece, il commercio (-1.900), i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (-2mila) e, soprattutto, il comparto turistico (-8.600 unità).
La mappa del territorio Se il quadro della “rimessa in moto” dell’occupazione, prospettato da Excelsior, dovesse avere un autore ben preciso, questo va ricercato tra le imprese della Lombardia in generale e di Milano in particolare. Saranno infatti 45.400 i lavoratori in entrata nelle attività dell’industria e dei servizi lombarde nei primi 3 mesi del 2015, 21.200 quelli previsti nella sola Milano. La regione metterà così a segno un incremento occupazionale di 9.300 unità, 7.500 delle quali concentrate nella sola capitale economica italiana. Il bilancio entrate-uscite, però, sarà positivo anche in Piemonte (+1.600), Veneto (+900), Friuli Venezia Giulia (+600), Emilia Romagna (+2mila). Tra le regioni del Settentrione, qualche difficoltà rimarrà invece in Liguria (-500), Valle d’Aosta (-200) e, soprattutto, in Trentino Alto Adige (-2.200). Al Centro, la regione trainante si conferma il Lazio, che, in controtendenza rispetto a tutte le altre “compagne” di ripartizione, risulta pronta a creare 2.100 nuovi posti di lavoro, con Roma che da sola supera, con un saldo attivo di 2.500 unità, il dato medio regionale. Il quadro si tinge ancora di grigio, invece, nel Mezzogiorno che a livello aggregato, pur concentrando una domanda di lavoro elevata (50.100 le entrate previste), presenta solo 3 regioni con saldo lievemente positivo e sembra destinato a perdere ulteriori 3.400 posti di lavoro entro marzo. Le difficoltà maggiori si concentrano in Puglia (-1.100 il saldo), Sicilia (-900) e Abruzzo (-800). Positivi, ma solo di alcune decine di unità, i saldi di Campania, Basilicata e Calabria.