Politica interna
Quirinale – Matteo Renzi riunisce la segreteria dei democratici e posiziona il primo tassello del percorso che porterà, il 29 gennaio, alla prima votazione per eleggere il successore di Napolitano: si parte dal Pd, cercando di riconquistare l’unità del partito, per poi confrontarsi e trovare una convergenza con le altre forze politiche. Da una delle tante anime dei democratici, quella che fa capo a Pippo Civati, arriva la sfida al premier: per il Colle ci vuole un candidato “NN”, un Non Nazareno, esterno al cerchio tracciato fino a qui da Renzi e Berlusconi. Insieme al leader di Sel, Nichi Vendola, il dissidente dem chiama a raccolta anche i grillini per trovare un nome comune. Per i 5 Stelle, questo potrebbe essere il piano B, ma per ora confermano la richiesta fatta al premier nei giorni scorsi: avere una rosa di candidati che sarà poi attentamente valutata. Le esigenze di unità del Pd rendono inquieto Silvio Berlusconi che mira a evitare scossoni e cambi di scenario. Lunedì mattina Denis Verdini vedrà Luca Lotti, un incontro da cui il leader azzurro si aspetta chiarezza.
Vertice Renzi-Merkel – Il giorno dopo il varo del Quantitative easing da parte della Bce, il messaggio che arriva dall’incontro italo-tedesco di Firenze è chiaro: Roma non rallenterà sulle riforme per effetto dell’ossigeno messo a disposizione da Francoforte. Anzi, il premier dichiara di voler mettere il turbo. La cancelliera tedesca si dice tranquilla e fiduciosa riguardo al processo riformatore messo in atto da Renzi. Sentimenti confermati quando racconta dell’incontro avuto in mattinata con gli imprenditori tedeschi che lavorano in Italia: ora possono assumere perché non hanno più paura di costi del lavoro incalcolabili. Un riconoscimento vero al Jobs act che il presidente del Consiglio incassa con soddisfazione.
Politica estera
Arabia Saudita – Sul trono del Paese arabo sale un nuovo re: il principe Salman, 79 anni, eredita il trono del fratello novantenne Abdullah (il più anziano monarca del mondo), morto nella notte tra giovedì e venerdì. Un sovrano capace di offrire a Israele la pace del mondo arabo e di aprire il voto alle donne, anche se solo a livello municipale. Nelle sue prime ore da re, Salman conferma la linea del fratello Abdullah: consolidare la monarchia e rafforzare la coesione fra sunniti per sfidare gli avversari, iraniani e jihadisti, suggellando il ruolo di Riad come maggiore potenza regionale in Medio Oriente, con ambizioni globali.
Grecia – Il Paese va al voto e tutti gli occhi sono puntati su Alexis Tsipras. Il leader di Syriza, in testa a tutti i sondaggi elettorali, ha dichiarato che, in caso di vittoria, il suo governo non rispetterà le intese firmate dall’esecutivo uscente. In Europa sì, dice Tsipras, ma senza austerità. Con quei soldi, riuscirà a riassumere i licenziati, restituire la tredicesima e assistere gli indigenti. Promesse decisive per un popolo provato da sette anni di recessione con perdita di un quarto del Pil e un rapporto insostenibile per cui 1,5 milioni di lavoratori deve sostenere gli altri 8,5 milioni di abitanti. La Grecia andrà al voto domani, un’elezione che si annuncia carica di conseguenze imprevedibili.
Economia e Finanza
Dopo il Qe – Scontro a distanza tra il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e il presidente della tedesca Bundesbank, Jens Weidmann. Al centro del confronto, le scelte della Bce per l’acquisto di titoli di Stato. Secondo Weidmann, la mossa di Mario Draghi riduce le pressioni su Francia e Italia perché realizzino le riforme e sarebbe pericoloso mettere da parte le politiche di consolidamento già avviate. La risposta di Visco arriva dalle colonne de La Stampa: intervistato dal quotidiano torinese, il governatore di Bankitalia dichiara che, al contrario, il Qe porrà le basi per rendere meno costosa la realizzazione delle riforme, ora bloccate da condizioni economiche avverse. La scelta della Bce incassa anche l’approvazione di Mario Monti che, in un’intervista al Corriere, la definisce una decisone “storica”. Intanto, sui mercati continua l’euforia generata dal Quantitative easing: euro in calo sul dollaro, tassi dei titoli di Stato ai minimi e Borse europee in rialzo.
Riforma Popolari – È a Londra che si sarebbe concentrata un’intensa attività sui titoli di alcune banche popolari quotate in Borsa nei giorni precedenti l’annuncio e il varo della riforma. Dieci gli istituti che dovranno trasformarsi in spa, sette dei quali sono sul listino di Piazza Affari tra cui i due big Banco Popolare e Ubi Banca, e tutti hanno preso il volo alle prime notizie sul provvedimento. Gli eventi londinesi hanno acceso il “faro” della Consob che, per ora, è impegnata negli accertamenti preliminari sull’operatività dei titoli delle Popolari. Nel cielo di Londra, la stella più brillante è la Popolare di Etruria e Lazio di cui è vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre del ministro per le Riforme: il titolo ha registrato un aumento del 65%.