Politica interna
Italicum – Passa al Senato, con i voti determinanti di Forza Italia (175 sì e 110 no), il lodo Esposito che taglia 35.700 proposte di modifica sulle 47.000 presentate e blinda la nuova legge elettorale, con i capilista bloccati e il premio di maggioranza alla lista: a una settimana dal via all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, il patto Renzi-Berlusconi regge la prova dell’Italicum. E comincia a configurarsi come una sorta di nuova maggioranza. Contraria la minoranza Pd e nel partito sale la tensione. L’ex segretario Pierluigi Bersani avverte Renzi: il premier ci deve rispettare, altrimenti è finita.
Quirinale – Tra i grandi elettori che fra una settimana voteranno a scrutinio segreto per il nuovo capo dello Stato, si sta formando e rafforzando un “Fronte del No” al patto del Nazareno e al candidato comune del duo Renzi-Berlusconi. Sulla carta Pd, Ncd, centristi e Forza Italia possono contare su 750 grandi elettori, ben 250 oltre il quorum richiesto dalla quarta votazione in poi per eleggere il successore di Napolitano. Ma le fratture interne a Pd e Fi e l’effetto-panico suscitato dall’accelerazione impressa da Matteo Renzi hanno drasticamente asciugato quel margine. La minoranza dem, pronta a giocare la carta Finocchiaro, si riunisce ma si spacca. Berlusconi incontra di nuovo Alfano: alle prime tre votazioni Forza Italia sosterrà Antonio Martino candidato di bandiera, Ncd scheda bianca. Ma in casa Fi Raffaele Fitto non molla e convoca i suoi fedelissimi.
Politica estera
Israele – I fendenti di un solo uomo hanno ferito ieri mattina dodici israeliani su un bus in pieno centro a Tel Aviv, scatenando l’allarme in Israele. Tre dei feriti sono gravi e l’attentatore, un giovane palestinese che vive tra Tulkarem e Ramallah in Cisgiordania, ferito e arrestato mentre cercava di fuggire, sembra essere un lupo solitario, ma il suo gesto è stato comunque lodato da Hamas. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è scagliato contro il presidente dell’Anp Abu Mazen, definendolo responsabile.
Misure antiterrorismo – Il governo francese non cede alla tentazione di un Patriot Act dopo gli attentati che hanno provocato 17 vittime in pochi giorni: nessuno stravolgimento dello stato di diritto. Il premier Manuel Valls ha presentato ieri un piano antiterrorismo che punta ad aumentare mezzi umani e materiali messi in campo: altri 2680 uomini e una dotazione di 425 milioni di euro nei prossimi tre anni. Intanto, l’Italia limita il trattato di Schengen e ripristina i controlli alle frontiere. Chieste anche le liste passeggeri dei voli che arrivano da tratte a rischio. E mentre scattano accertamenti su una quarantina di stranieri ritenuti sospetti, il prefetto Alessandro Pansa potenzia l’attività della polizia di frontiera.
Economia e Finanza
Bce – Il consiglio della Banca centrale europea voterà oggi l’atteso piano sul Quantitative easing preparato da Mario Draghi. Il presidente alza il tiro e lancia l’acquisto di titoli dei partner europei: secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, oltre 1000 miliardi di euro per comprare in tranche mensili di 50-75 miliardi titoli di Stato di quasi tutti i Paesi dell’eurozona in due anni, pur dovendo rispettare una serie di paletti. L’obiettivo del Qe, iniettare liquidità nel sistema Ue e fermare la corsa verso la deflazione, alla fine ha convinto quasi tutti. Solo la Germania teme possibili effetti negativi. In un’intervista allo stesso quotidiano statunitense, il premier Renzi apre a tentativi di dialogo con Berlino e dice: “Serve una svolta, sogno la parità euro-dollaro”.
World Economic Forum – Un’economia asfittica, tassi bloccati, una dorsale bancaria da riprogettare e una leadership incompiuta: sono i ritardi dell’Europa a rendere cupa l’atmosfera di Davos. Dopo molti anni di cammino parallelo, le politiche monetarie di Stati Uniti ed eurozona si dividono. Ed è proprio questo “divorzio” che preoccupa finanzieri, imprenditori e politici riuniti nella cittadina svizzera. Non è solo un problema di cambi e speculazioni: il ministro dell’Economia Padoan sottolinea anche altri aspetti: il ritardo dalla Ue nel riassetto del sistema bancario e finanziario e la mancanza di una leadership forte. Un conto è una manovra monetaria concepita da uno Stato federale come gli Usa. Un altro è immaginarla in un quadro istituzionale manchevole come è la Ue.