Politica interna
Riforme – Giornata drammatica a Montecitorio per il rush finale sulla riforma costituzionale. Dopo un crescendo di scontri verbali e fisici, l’opposizione abbandona l’Aula e lascia alla maggioranza il compito di approvare il ddl che riscrive 40 articoli della Costituzione. Forza Italia, Lega, Movimento Cinque Stelle e Sel, convinti che il governo stia portando il Paese verso una deriva autoritaria, si appellano a Sergio Mattarella, che incontrerà separatamente i gruppi da martedì. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi va avanti a oltranza: il governo non intende farsi ricattare, dice, anche perché il premier è convinto che l’intento sia quello di sabotare il governo e non di bloccare le riforme. A nulla valgono anche le proteste della minoranza Pd, che chiede una pausa di riflessione.
Forza Italia – Silvio Berlusconi fa un passo indietro e ritira l’arma dell’espulsione. Dopo lo scontro a muso duro avuto nei giorni scorsi con Raffaele Fitto e la fronda interna al partito, il leader degli azzurri tiene a precisare che non intende cacciare nessuno e che la preoccupazione principale di Fi devono essere gli italiani e l’opposizione al governo. Ma l’ex governatore pugliese non molla la presa: dopo l’ennesima conferenza stampa alla Camera in cui ha sfidato Berlusconi sulla riforma costituzionale, si prepara alla manifestazione di sabato prossimo a Roma in cui sarà presentato il “Manifesto dei ricostruttori di Forza Italia e del Paese”.
Politica estera
Libia – L’Isis avanza in Libia. I miliziani dello Stato Islamico sono entrati a Sirte, città strategica a 450 chilometri da Tripoli. Il timore è che possano proclamare l’emirato islamico di Sirte così come è successo a Derna. Gli islamisti hanno occupato la tv locale, attaccato due pozzi petroliferi e incendiato una raffineria. L’intensificarsi delle operazioni jihadiste spinge Italia ed Egitto a chiedere ai connazionali di lasciare al più presto il Paese. Intanto, il ministro degli Esteri Gentiloni dichiara che l’Italia è pronta ad agire in concomitanza con l’Onu per arrestare il dilagare di Isis.
Ucraina – Mentre il Paese attende la pace (il cessate il fuoco scatterà stasera a mezzanotte), nel Donbass infuria la guerra. Non solo i combattimenti sono ripresi più intensi che mai (27 morti solo ieri), ma le parti hanno iniziato a fare a gara per ridimensionare i termini dell’accordo. A Minsk l’intesa è stata raggiunta solo perché gli europei hanno costretto Putin e Poroshenko a restare al tavolo, ma in realtà nessuno dei due si fida dell’altro.
Economia e Finanza
Dati Istat – La fine del 2014 regala una boccata d’ossigeno all’Italia, che si mette alle spalle la recessione e, secondo gli analisti, è pronta per tornare a crescere. Nel periodo settembre-dicembre, il Pil è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente, ed è diminuito dello 0,3% se confrontato con gli ultimi tre mesi del 2013. Ma non è ancora tempo di festeggiare: dal 2011 a oggi l’economia italiana ha perso oltre 70 miliardi. Soprattutto, il paragone con altri partner europei evidenzia come il nostro Paese arranchi ancora: la Germania, per esempio, nel quarto trimestre ha fatto segnare un +0,7% e chiude il 2014 con un +1,6%. I dati positivi sull’economia reale dell’eurozona spingono i listini azionari ai massimi da sette anni e Wall Street tocca l’ennesimo record storico, con l’indice S&P500 oltre i 2094 punti.
Grecia – Dopo i cauti ottimismi dei giorni scorsi, gli umori di Bruxelles si fanno più neri. Sia il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker sia il numero uno dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ritengono che l’accordo tra Grecia e Unione sia ancora lontano e si dicono pessimisti sull’esito della riunione dei ministri economici fissata per lunedì.
Esimio presidente della repubblica italiana, le sembra giusto che una decina di voti della mia famiglia a Mario Monti (scelta civica) siano stati dirottati al PD, non sarebbe il caso di marcarli questi deputati, come si fa con le mandrie, affinché ognuno si tenga le sue vacche? Chi ci restitisce questi voti? Con tanta stima.