Pacchetto anticorruzione: al termine del G7 Matteo Renzi non si sottrae alle domande dei giornalisti, in gran parte correlate al caso Mose, ed esprime “profonda amarezza” per una ferita che infanga ancora una volta l’immagine dell’Italia nel mondo. Il presidente del consiglio dice che “il problema delle tangenti sono i ladri” e che “non si tratta di inventarsi nuove regole ma di rispettare quelle che ci sono”. Poi però annuncia nuovi provvedimenti in materia di corruzione, pur senza entrare nel dettaglio, ma limitandosi a ribadire che “nelle prossime ore e nei prossimi giorni” ci saranno novità “sul tema degli appalti pubblici e sull’Autorità anti-corruzione”. Si intuisce che il governo non si aspettava di dover mettere mano alla materia con questa urgenza e forse sarà necessario un decreto per dare subito un segnale forte. “Fosse per me un politico che viene indagato per corruzione io lo citerei per alto tradimento” conclude Renzi, che ritorna anche sulla proposta del “Daspo” a vita per i politici condannati.
Riforme: il ministro Maria Elena Boschi si dice convinta che sarà possibile trovare un accordo con Forza Italia sui punti da definire, ma che in caso di strappo del patto del Nazareno si andrà avanti con la maggioranza che già c’è e che sostiene questo governo; un chiaro avvertimento a Silvio Berlusconi ed ai suoi falchi, sempre più tentati di rompere sul nuovo Senato dopo la débacle elettorale. Le riforme si prendono una breve pausa di riflessione a livello di iter parlamentare, ma continua il lavoro di mediazione dei due relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli. Renzi intende riavviare il dialogo con Berlusconi anche sulla legge elettorale, ma questo crea alcune tensioni all’interno di Ncd; la sconvocazione della seduta della Commissione Affari costituzionali prevista per ieri ha permesso di guadagnare tempo in attesa dell’incontro fra il segretario del Pd ed il leader di Forza Italia, dato per probabile la prossima settimana.
Politica estera
G7: “Due, tre, massimo quattro settimane”, dice il presidente Obama. Se Putin approfitterà di questa occasione, riconoscendo ed incontrando il presidente ucraino Poroshenko, fermando le milizie che destabilizzano il paese e coinvolgendo gli abitanti delle regioni orientali nel dialogo sul futuro della nazione unita, allora Mosca potrà cominciare a ricostruire la fiducia della comunità occidentale. In caso contrario, “abbiamo già indicato il genere di azioni che siamo pronti a intraprendere” ha avvertito il capo della Casa Bianca. Obama ha scelto l’occasione delle celebrazioni per il settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia per emettere quello che suona quasi come un ultimatum; al suo fianco il premier britannico Cameron, a sancire la “relazione speciale” venutasi a creare fra Londra e Washington alla fine del G7 di Bruxelles.
Incarichi europei: la scelta del nuovo presidente della Commissione Europea ha un po’ messo in sordina tutti gli argomenti affrontati nel corso del vertice dei G7, dall’Ucraina alla disoccupazione. Lo dimostra anche la battuta di Matteo Renzi “Qui ci vuole una donna, l’Italia ha dato un esempio con il suo governo”. C’è chi torna a pensare a Christine Lagarde, francese, direttore generale del Fondo monetario internazionale che non appare sgradita alla cancelliera tedesca Angela Merkel. In realtà la discussione sembra ancora bloccata sulla candidatura di Jean-Claude Juncker, invisa alla Gran Bretagna, che minaccia l’uscita dalla Ue, ma caldeggiata da Angela Merkel; uno stallo che neppure i lunghi colloqui intercorsi fra tutti i leader Ue ed in particolare fra Cameron e la cancelliera tedesca sono riusciti a superare. Matteo Renzi azzarda qualche cauta parola di mediazione ricordando che occorre “dare una risposta ai cittadini, non soddisfare le ambizioni dei candidati” e dunque “non è il momento dei diktat e dei veti, bisogna trovare un punto di intesa”.
Economia e Finanza
Bce: con un pacchetto in quattro mosse, la Banca centrale europea ha cercato di rispondere ieri al nuovo peggioramento dell’inflazione e della crescita nell’eurozona, ed alla paralisi del credito all’economia reale di diversi paesi. Una combinazione di misure che il presidente Mario Draghi ha definito “significativa” ma che non esclude ulteriori interventi “se ce ne sarà la necessità”. La parte più scontata della manovra è stata il taglio di dieci punti base dei tassi; per la prima volta una grande banca centrale porta i tassi sui depositi delle banche in negativo. L’elemento chiave è però quello del tentativo di riattivazione del credito attraverso una fornitura di liquidità alle banche a condizioni molto vantaggiose, a patto che si impegnino a impiegarli nel settore privato. Le altre due mosse riguardano l’acquisto di titoli cartolarizzati, gli Abs, e l’ampliamento della liquidità con aste a tasso fisso a piena aggiudicazione fino a metà 2016. Le Borse europee hanno reagito bene alla manovra della Banca centrale, in particolare Piazza Affari ha chiuso con un progresso dell’1,52%; lo spread fra Btp e Bund decennali è sceso fino a 145 punti base per poi chiudere a 164. Apprezzamento per le scelte della Bce è arrivato anche dal Fondo monetario internazionale.
Decreto Irpef: via libera del Senato al bonus fiscale da 80 euro per i lavoratori dipendenti. L’esito del voto ha prodotto 159 si e 122 no, che consentono al decreto di passare all’esame della Camera, dove dovrebbe approdare in aula il 13 giugno. Il governo è riuscito a imporre l’obbligo di salvaguardare l’impianto del testo originario, evitando interventi che ne snaturassero o indebolissero le caratteristiche; rinviata alla legge di stabilità 2015 l’introduzione, voluta e più volte richiesta dal Nuovo Centrodestra, del bonus per le famiglie monoreddito con più figli. Analoga sorte per il taglio dell’Irap destinato alle imprese, misura che sarà oggetto di valutazione della delega fiscale; aumenta all’11,5% il prelievo sui fondi pensione, intervento che serve a garantire un po’ di ossigeno alle casse dei professionisti evitando l’aumento dal 20% al 26% dell’aliquota sulle rendite finanziarie.