Riforme – Alla direzione del Pd di ieri, Matteo Renzi conferma di voler proseguire sul cammino delle riforme tenendo aperti fino all’ultimo tutti i possibili canali di dialogo con le opposizioni, ma ribadisce anche che il governo non accetta il tentativo di fermare il suo lavoro con l’ostruzionismo. La minoranza dem chiede al premier di risanare la frattura sul ddl Boschi e lamenta la mancanza di aperture sul merito delle riforme. Ma lo scontro non dilaga perché in primo piano c’è la questione Libia e altri provvedimenti dell’agenda di governo, come i decreti attuativi del Jobs act e la riforma della Rai. Sulle vicende convulse dei giorni scorsi, torna a parlare Laura Boldrini. In un’intervista a la Repubblica, la presidente della Camera chiede al premier adoperarsi per abbassare il livello di scontro e per un ritorno al dialogo.
I partiti – Il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta è atteso stamane al Quirinale per l’incontro con Sergio Mattarella. Sarà lui, e non Berlusconi, a guidare la delegazione che esporrà al capo dello Stato le lamentele azzurre per come stanno andando avanti in Parlamento i lavori sulle riforme costituzionali. Brunetta ribadirà la disponibilità al dialogo di Fi ma anche la convinzione che al momento non ci siano le condizioni per una collaborazione. Dopo Forza Italia sarà la volta di Sel, mentre giovedì dovrebbe essere il turno dei Cinque Stelle. Intanto, continua il braccio di ferro nella Lega: lo scontro tra Luca Zaia e Flavio Tosi rischia di ipotecare il risultato delle Regionali venete. Per mettere una pezza, Matteo Salvini lancia un’ipotesi che crea non poco scompiglio tra i berlusconiani: in Veneto la lega potrebbe anche correre da sola.
Politica estera
Libia – L’Egitto lancia un’offensiva aerea sulle postazioni Isis in risposta alla decapitazione dei ventuno egiziani copti da parte del Califfato: nell’operazione sono state colpite tre città in mano ai jihadisti. Da Tobruk, il premier libico al Thani mette in guardia sulla minaccia rappresentata dallo Stato Islamico: se la comunità internazionale non sosterrà la Libia, l’Isis si sposterà nei Paesi europei, in particolare in Italia. Il presidente francese Hollande ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla crisi libica. Anche Matteo Renzi concorda sulla via diplomatica e frena su un possibile intervento militare. Il premier ha incontrato al Viminale il ministro dell’Interno Alfano per discutere della crisi nel Paese nordafricano: l’allerta è massima ma, per ora, non c’è alcuna emergenza.
Ucraina – L’Ucraina orientale entra nelle 48 ore decisive. Se le artiglierie pesanti verranno ritirate, come prevedono gli accordi, le probabilità di successo di Minsk 2 si innalzeranno molto. Il punto dolente resta Debaltsevo, città mineraria e nodo ferroviario strategico che collega Donetsk e Lugansk, dove migliaia di soldati governativi sono circondati. Mentre lungo tutto il fronte la tregua più o meno tiene, nella cittadina si spara ancora. L’Unione europea intanto ha allungato la lista delle personalità e delle organizzazioni colpite da sanzioni: in totale finora sono 151 i cittadini e 37 le compagnie delle due repubbliche ex sovietiche a essere stati banditi da Bruxelles.
Economia e Finanza
Grecia – È finita con un fallimento e un ultimatum alla Grecia la riunione dell’Eurogruppo che avrebbe dovuto sbloccare il salvataggio di Atene. Dopo poche ore di discussione, la delegazione greca ha respinto la proposta europea, con Alexis Tsipras che la definisce “inaccettabile”. A quel punto è scattato l’aut aut: i 18 ministri finanziari dell’eurozona hanno chiesto al collega Yanis Varoufakis di decidere entro venerdì se chiedere un’estensione di sei mesi del programma di aiuti che scade a fine mese, condizione preliminare per discutere tutto il resto. Il ministro dell’Economia Padoan allontana il rischio di una possibile rottura dicendo che l’uscita dall’euro della Grecia è del tutto fuori questione ma gli effetti della mancata intesa si rispecchiano sulla giornata borsistica: listini nervosi, con Atene che crolla a -3,8%.
Concorrenza – Il disegno di legge arriverà al Consiglio dei ministri venerdì prossimo. Una delle novità potrebbe riguardare i notai, non solo per quanto riguarda il loro numero ma anche in fatto di competenze. Prevista una sforbiciata all’obbligo di rivolgersi al notaio per una serie di passaggi burocratici: da quelli che riguardano alcuni atti societari a quelli relativi a piccole proprietà. Sulla carta è molto ampio il pacchetto di liberalizzazioni su cui lavora il governo in vista del disegno di legge: dall’Rc auto alle professioni, dall’energia alle farmacie, dall’editoria ai trasporti pubblici.