Politica interna
Renzi: il presidente del Consiglio traccia un bilancio di questi suoi primi 58 giorni di governo e rilancia mettendo nero su bianco la road map del suo esecutivo per i prossimi mesi. Il bonus Irpef “è stato solo l’antipasto”, dice Renzi annunciando nuovi tagli alle tasse, dagli incapienti alle partite Iva. “Voglio ridare fiducia al Paese, voglio che a Bruxelles e nelle altre capitali si dica che l’Italia è tornata in Europa” afferma il premier aggiungendo “Voglio un Paese dove non ci siano le leggi ad personam che hanno contraddistinto l’ultimo Ventennio”; e promette per giugno la riforma della giustizia, a partire dai Tar il cui sistema “non funziona come dovrebbe”. Un programma ambizioso per realizzare il quale occorrerà tempo, ma “scommetto che questa legislatura durerà fino al 2018” chiosa Renzi, precisando che “lo sa anche Berlusconi, anche se in pubblico dice altro”.
Berlusconi: tornato in tv con un’intervista di pochi minuti al “Tg5”, il Cavaliere non è riuscito ad evitare l’argomento delle sue disgrazie giudiziarie ed ha voluto ribadire che la sentenza di condanna nei suoi confronti non solo è “un’ingiustizia enorme”, ma addirittura “mostruosa”. Il quesito ora è se queste esternazioni siano tali da mettere a rischio il suo affidamento ai servizi sociali; secondo i legali di Berlusconi certamente no, perché l’imputato ha il diritto di proclamarsi innocente. Ma anche negli ambienti giudiziari milanesi l’atmosfera sembra serena e le 4 ore a settimana nel centro anziani di Cesano Boscone non dovrebbero essere in discussione.
Politica estera
Hollande: l’unico presidente della V Repubblica a non essersi ricandidato alla rielezione fu Georges Pompidou, ma solo perché fermato dalla morte; gli altri hanno sempre cercato di restare all’Eliseo, pur senza riuscirci sempre, ma la corsa alla riconferma è sempre stata scontata e naturale. Per questo ha fatto scalpore la frase di Hollande che ha affermato “se la disoccupazione non diminuisce entro il 2017 non ho alcuna ragione di essere candidato, o alcuna possibilità di essere rieletto”. Un presidente in carica che evochi il ritiro o la sconfitta non si era mai visto in Francia, ma venerdì il grande tabù si è rotto ed Hollande è sembrato vacillare dopo la batosta alle municipali e gli ultimi scandali che lo hanno visto protagonista.
Iran: Barack Obama aveva preannunciato il suo veto al visto dell’ambasciatore iraniano all’Onu, ed è stato di parola firmando in tempi brevissimi una legge ad hoc, gesto inusuale e di alto profilo. Al centro del nuovo scontro fra Stati Uniti ed Iran c’è la figura di Hamid Aboutalebi, che il governo di Teheran ha designato come suo rappresentante presso le Nazioni Unite; ma il Palazzo di vetro è a New York e per mettere piede sul suolo americano occorre un visto, ancorché diplomatico. Il problema è che il nome di Aboutalebi è noto al dipartimento di Stato, il diplomatico è accusato di aver avuto un ruolo nella “crisi degli ostaggi” del 1979 all’ambasciata americana di Teheran, dove 52 cittadini statunitensi furono tenuti in ostaggio per 444 giorni. Il governo iraniano replica accusando Washington di “violare i diritti degli Stati sovrani di nominare i propri rappresentanti presso le Nazioni Unite”.
Ucraina: in un discorso televisivo insieme al presidente ad interim ucraino Turchinov l’ex premier Jatseniuk si è appellato all’unità nazionale, alla fine delle violenze ed ha promesso di accogliere alcune delle richieste degli insorti. Allineandosi a questo spirito anche Putin nel corso di un’intervista televisiva ha sottolineato che “nulla impedisce il miglioramento delle relazioni o la normale cooperazione fra Russia ed Occidente” ed ha elogiato il nuovo segretario generale della Nato lasciando intendere che dopo la sua nomina spera di avere migliori relazioni con l’Alleanza atlantica. Una sorta di tregua di Pasqua, con Kiev che ha sospeso le operazioni militari nell’Est, pur restando pronta a riprenderle se gli occupanti filorussi non si ritireranno. Putin ha anche chiesto all’Unione europea di passare dalle parole ai fatti con l’aiuto finanziario all’Ucraina.
Padoan: “C’è una ripresa dell’economia che è ancora debole ma si sta rafforzando, dare uno stimolo alle famiglie a reddito medio-basso può avere un effetto immediato, se la fiducia si rafforzerà, allora ci sarà più propensione a spendere e quindi ad una maggiore crescita”. Il ministro dell’Economia appare moderatamente fiducioso sul futuro, prevede una crescita del Pil superiore allo 0,8% annunciato ma sottolinea la necessità di attuare rapidamente riforme strutturali, nonché di garantire coperture che assicurino l’equilibrio finanziario, perché la tregua sui mercati non durerà in eterno.
Abi: il mondo delle banche chiede al governo un “forte ripensamento” sulla sequenza di aumenti dell’imposizione fiscale decisi per il mondo del credito negli ultimi sei mesi. A farsi portatore dell’appello è il presidente dell’ Abi Patuelli, all’indomani del consiglio dei ministri che ha confermato l’aumento della tassazione sulla rivalutazione delle partecipazioni possedute dagli istituti di credito in Bankitalia e che già era stata annunciata nelle settimane scorse. Secondo Patuelli “l’Italia, pienamente inserita nella Ue e anche nell’Unione bancaria, penalizza fiscalmente le sue banche rispetto a quanto avviene alle concorrenti in altri Paesi dell’Ue”. Il ripensamento chiesto dal presidente Abi non si limita alle ultime disposizione del governo, ma riguarda anche le misure sull’Ires varate nei mesi scorsi. “Mi sembra una reazione spropositata” replica il sottosegretario all’Economia Baretta, aggiungendo che “ognuno deve fare la sua parte, comprese le banche”.