Politica interna
Forza Italia – “Il patto del Nazareno è rotto”. Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, esce dall’ufficio di presidenza di Fi e annuncia la prima reazione del partito dopo l’elezione di Mattarella: prendere le distanze dagli accordi con Matteo Renzi che, accusa l’ex Cavaliere, sulla partita per il Colle non ha mantenuto la parola data. Per quanto riguarda le riforme, Toti dice che Forza Italia valuterà di volta in volta se appoggiare o meno la maggioranza. All’interno degli azzurri c’è chi dà il patto per morto (come Brunetta) e chi pensa sia solo un bluff e che tutto continuerà come prima (ne è convinto Paolo Romani). Resta scettico Raffaele Fitto, che contesta Berlusconi e chiede l’azzeramento delle cariche.
Pd – L’annuncio dei forzisti sulla rottura del patto del Nazareno non sembra preoccupare più di tanto Palazzo Chigi. Il Pd è compatto sulla linea dura: si va avanti anche senza il soccorso azzurro. Posizione confermata da diversi esponenti democratici, da Debora Serracchiani a Luca Lotti al ministro Boschi. Renzi si sente tranquillo sui numeri per approvare Italicum e riforma costituzionale ed è convinto che, sulla legge elettorale, Berlusconi farà marcia indietro e tenterà di rientrare nei giochi. Secondo il premier, a nessuno conviene esasperare la situazione: non a Berlusconi e nemmeno ad Alfano, che ribadisce di volersi tenere ben stretto all’alleanza con Renzi.
Politica estera
Giordania – È durissima la reazione di Amman e del mondo arabo dopo la barbara uccisione di Muath al-Kasasbeh, bruciato vivo in una gabbia dai miliziani dell’Isis. Ieri la Giordania ha impiccato due qaedisti, tra cui Sajida al-Rishawi, la kamikaze irachena che avrebbe dovuto essere liberata in cambio della restituzione del pilota. In serata, secondo fonti curde, i jet giordani hanno bombardato la città di Mosul, nel nord dell’Iraq, uccidendo 55 guerriglieri. Dal Cairo, l’imam Al Azhar, massima autorità dell’islam sunnita, condanna fermamente l’azione del Califfato e dice che i jihadisti devono essere crocefissi.
Ucraina – Ancora vittime civili nella guerra che flagella il Paese dallo scorso maggio: almeno cinque morti e molti feriti sotto i bombardamenti che ieri hanno colpito Donetsk, la roccaforte dei filorussi capitale dell’autoproclamata Repubblica popolare. L’attacco, attribuito ai governativi, ha colpito anche l’ospedale della città, facendo vittime anche tra i pazienti. Della situazione ucraina parla il vicepresidente Usa Joe Biden in una lunga intervista a La Stampa. L’America, dice Biden, vuole collaborare con la Russia ma purtroppo il Cremlino ha scelto la strada di una crescente repressione interna e della violazione del diritto internazionale: Putin vuole cambiare i confini con la forza e gli Stati uniti sono pronti ad aiutare Kiev.
Economia e Finanza
Grecia – La Bce non fa sconti e taglia i fondi al Paese. La decisone del Consiglio direttivo è arrivata ieri in serata, al termine di una giornata di incontri tra i rappresentanti del nuovo governo greco e gli interlocutori europei. Viene così cancellata la deroga che dal 2010 permetteva agli istituti di credito greci di approvvigionarsi di liquidità dando titoli di Stato come garanzia. Per la Banca centrale europea, non è scontata una conclusione positiva della trattativa con Bruxelles e della revisione del programma di risanamento greco. Anche da Berlino arriva lo stop al piano di Tsipras e la Germania chiede ad Atene di prendere le distanze dalle promesse elettorali.
Stime Ue – Il Pil italiano nel 2015 crescerà dello 0,6%. La previsione, invariata rispetto a quella di novembre, è della Commissione europea. Il rapporto deficit/Pil del nostro Paese, secondo la Ue, scenderà al 2,6%. Il basso prezzo del petrolio spinge la crescita e, nelle stime europee, tutte le economie continentali avranno nel 2015 il segno positivo. Ma mentre la crescita degli altri Paesi andrà oltre l’1,5% indicato in autunno, l’Italia resterà ferma ai vecchi numeri. Un passo avanti, sebbene la disoccupazione sia destinata a restare su un preoccupante 12,8%. Sulla base di queste statistiche, che la Commissione diffonderà stamattina, e analizzati gli effetti delle riforme avviate dal governo, l’Europa valuterà tra un mese la Legge di Stabilità 2015.