Lega e centrodestra – Ieri, nel suo comizio alla Fiera di Verona, Flavio Tosi ha lanciato la propria campagna per le regionali in Veneto. Contemporaneamente, il tour elettorale di Zaia e Salvini faceva tappa a Vicenza. Ma se la rottura nella Lega è ormai definitiva, il nodo delle alleanze rimane da sciogliere. Berlusconi, infatti, deve in qualche modo conciliare la sua probabile coalizione con la Lega in Veneto e la corsa assieme al centrodestra in Campania. Per questo ha chiesto a Salvini di cambiare “modi e toni” e a Zaia di coinvolgere i centristi in Veneto. “Al momento non c’è alcun accordo siglato tra FI e Lega”, ha concluso Giovanni Toti, auspicando un confronto tra Berlusconi e Salvini.
Sinistra – Si è tenuto a Roma la prima riunione della “coalizione sociale” di Maurizio Landini. Presenti i rappresentanti di un’ottantina di associazioni, tra cui Arci, Libera, Emergency, Libertà e Giustizia e i comitati per l’acqua pubblica. Porte chiuse, invece, per chi riveste incarichi politici. Al centro del dibattito il tema del lavoro, con la raccolta di firme per il referendum per abrogare il Jobs act. Renzi ha bollato l’iniziativa di Landini come politica e non sindacale, mentre il governo starebbe studiando una riforma della rappresentanza sindacale. Critiche a Landini arrivano anche da Bersani, che ieri era a Bologna per un convegno della propria forza di minoranza PD, “Area Riformista”. Bersani ha ribadito che non intende votare l’Italicum così com’è, ma si è detto certo che ci sarà spazio per il confronto con Renzi.
Politica estera
Elezioni in Israele –Martedì i cittadini israeliani si recheranno alle urne per le elezioni anticipate. I candidati sono l’uscente Bibi Netanyahu, leader del partito di destra Likud, e il laburista Isaac Herzog con la lista Sionismo Unito. I due candidati hanno posizioni opposte sul conflitto con i palestinesi: il primo sostiene una linea intransigente, il secondo apre alla trattativa proposta dal segretario di Stato americano John Kerry. Eppure il sistema elettorale, un proporzionale pressoché puro, potrebbe costringere Netanyahu ed Herzog a governare insieme. Infine, per la prima volta, gli arabi d’Israele (circa il 20% della popolazione), saranno rappresentati da una Lista Comune che potrebbe diventare il terzo partito del Paese.
Isis – Si è conclusa la conferenza economica di Sharm El Sheik, dove il regime di Al Sisi ha chiesto il ripristino degli aiuti militari americani (bloccati dal 2013) per combattere l’Isis e l’espansione dell’Iran sciita. Dalla Libia, intanto, arrivano notizie di scontri massicci a Sirte tra le milizie laiche di Misurata e i miliziani dello Stato Islamico. Ma l’Isis sta consolidando le sue posizioni anche in Libano, dove occupa una striscia di terra ai confini con la Siria. Si tratta di un’area strategica lunga 140 kilometri, riparata dalle montagne, che permette ai jihadisti di minacciare i centri urbani a valle. Qui l’Isis tiene in ostaggio 30 soldati libanesi, quattro dei quali sono già stati decapitati. In vista della resa dei conti con Beirut, gli estremisti stanno raggruppando uomini, viveri e armamenti. Sul fronte opposto, Hezbollah promette un’”operazione pulizia”. L’escalation potrebbe verificarsi a breve, con l’arrivo del disgelo sulle montagne. Per quanto riguarda l’Afghanistan, invece, fonti dell’amministrazione Obama riferiscono che gli Usa intendono mantenervi per tutto il 2015 un numero di militari superiori al previsto.
Economia e Finanza
La ripresa – Quest’anno la crescita del Pil sarà superiore al mezzo punto, dice Ignazio Visco. Intervenuto ieri al Workshop “The European House – Ambrosetti” che si è tenuto a Cernobbio, il governatore di Bankitalia ha parlato della cosiddetta debt deflation: mentre i prezzi calano, l’onere del debito cresce a causa del progressivo aumento dei tassi reali. Secondo Visco è necessario tenere conto anche di questo fenomeno, che pesa particolarmente sui Paesi con un debito più elevato, per valutare gli effetti globali del Quantitave Easing e ridimensionare l’ottimismo che ha seguito la sua entrata in vigore.
Grecia e QE – Anche il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis è intervenuto a Cernobbio e ha criticato il Quantitative Easing, che a suo dire gonfierà i prezzi degli asset senza riattivare gli investimenti. In luogo dello strumento finanziario della BCE, Varoufakis ha immaginato un programma di rilancio finanziato al 100% attraverso obbligazioni emesse dalla Bei e acquistate dalla Bce. Secondo un sondaggio, buona parte dei presenti ha apprezzato il discorso del ministro greco; non così Mario Monti, anch’egli tra i relatori, che ha ammonito il governo Tsipras contro gli “atteggiamenti provocatori” dei suoi ministri.
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