Politica interna
Delrio – Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio annuncia “minori vincoli di bilancio” per i Comuni che hanno subito eventi catastrofici o drammatici come le alluvioni. Un modo per dare la possibilità di “mettere in sicurezza edifici e strade”. È anche previsto un piano nazionale con investimenti per 9 miliardi nei prossimi 7 anni per fare “tutto il possibile in un territorio tanto fragile come il nostro”. “Ci troviamo a dover recuperare 30 anni di ritardo”, ha detto Delrio ai sindaci dei Comuni colpiti dal maltempo. “Il governo ha un piano per il dissesto idrogeologico e chiederà alle Regioni di presentare entro i primi giorni di dicembre le loro nuove proposte per gli accordi di programma”.
Jobs act – Giornata ad alta tensione in commissione Lavoro della Camera, dove si stanno discutendo gli emendamenti al Jobs act. Tutto è iniziato con le parole del sottosegretario al Welfare, Teresa Bellanova, che annuncia per oggi l’arrivo di un emendamento del governo sull’articolo 18. L’emendamento sarà la sintesi delle diverse posizioni interne al Pd e prevedrà il reintegro nel posto di lavoro non solo per i licenziamenti discriminatori, ma in alcuni casi anche per quelli disciplinari. Sul punto si riaccende lo scontro col Ncd, che minaccia di non far passare il provvedimento al Senato. Posizione sintetizzata da Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato: “Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla commissione e si aprirebbe un bel contenzioso”.
Italicum – Parte oggi in commissione al Senato la volata finale della legge elettorale che, nei piani del presidente del Consiglio, dovrebbe essere approvata dall’aula di Palazzo Madama “entro il dicembre del 2014” e “entro febbraio del 2015 alla Camera”. Ma all’interno del Pd le acque sono agitate, con Roberto Giachetti che minaccia un nuovo sciopero della fame nel caso in cui l’Italicum non dovesse essere approvato al Senato entro dicembre. Diversamente Gianni Cuperlo si domanda quale sia l’urgenza di fare la legge elettorale se, come dice Renzi, la legislatura deve durare fino al 2018: “A meno che domani mattina qualcuno non pensi che quella legge serva per andare a votare”. All’interno della dialettica interna al Pd s’innestano le preoccupazioni del Ncd, esternate dall’ex ministro Maurizio Sacconi: “La velocità di Renzi è la nostra velocità. Il paradosso è che siamo noi a trainare perché il suo partito tira indietro”.
Madia – Il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, ha assicurato ai sindacati dei lavoratori della Pubblica amministrazione, incontrati ieri a Palazzo Chigi, che “nessuno perderà il posto per effetto della riorganizzazione della pubblica amministrazione”, ma ha anche precisato che il rinnovo della parte economica dei contratti non è possibile nel 2015 per mancanza di risorse in bilancio. Si va così verso due scioperi: uno il 5 dicembre, convocato dalla Cgil, e uno unitario, probabilmente a metà del prossimo mese. Il governo, spiega il ministro, ha scelto di “concentrare le risorse su chi stava peggio”, e che il bonus di 80 euro andrà a un lavoratore pubblico su quattro. Ma i sindacati incalzano. Il leader della Cgil Susanna Camusso si domanda: “Questo è un incontro inteso come scambio di cortesia o è un’apertura di una stagione differente?”. E ancora: “La riforma della p.a. è essenziale per il Paese. Ci piacerebbe poterne discutere”.
Politica estera
Isis – Sono europei i boia che hanno decapitato a volto scoperto Peter Kassig. Due inglesi, due francesi e forse anche un tedesco. Il Califfo ha deciso, tramite i filmati diffusi su internet, di mostrare al mondo la ferocia dei suoi soldati convertiti alla causa. Una mossa propagandistica sottolinea Charlie Winter, analista di Isis alla “Quilliam Foundation” di Londra. L’intento è di “dimostrare che musulmani provenienti da ogni Paese si battono a fianco dei fratelli siriani ed iracheni”, sperando così di moltiplicare le reclute e di accrescere la minaccia contro i Paesi della coalizione guidata dagli Usa.
Ucraina – Federica Mogherini al suo esordio come capo della diplomazia europea parla della crisi in Ucraina, sottolineando che l’Unione europea vuole un “riassetto della nostra relazione con la Russia”, giacché se la stessa Russia “è parte del problema, è anche parte della possibile soluzione”. E indica le tre vie da percorrere: sanzioni, diplomazia e compimento delle riforme ucraine. Ma dall’Australia Angela Merkel usa toni più drammatici, sottolineando che la crisi Ucraina potrebbe “degenerare assai presto in roghi più grandi”. Una risposta indiretta ma altrettanto tesa arriva dal Cremlino: “Volete che le autorità centrali ucraine annichiliscano chiunque laggiù, tutti i loro avversari e oppositori politici? È questo che volete? Noi certamente no. E non lo permetteremo”.
Economia e finanza
Draghi – La Bce è pronta ad acquistare titoli di Stato, se necessario. Il presidente Mario Draghi inserisce questo atteso e controverso provvedimento tra le cosiddette “misure non convenzionali”, indispensabili per fronteggiare il peggioramento economico dell’Europa. I mercati reagiscono positivamente. Davanti al Parlamento europeo Draghi sottolinea che la ripresa è “messa a rischio” dall’austerity, dalla disoccupazione alta e dalle scarse riforme.
Giappone – Il Giappone è in recessione: nel terzo trimestre il Pil è caduto dell’1,6% rispetto a un anno fa. Gli economisti sono stati colti alla sprovvista, e i mercati hanno reagito negativamente: le borse in Europa hanno vacillato, il prezzo del petrolio è sceso ancora e l’euro ha perso sul dollaro. Il primo ministro Shinzo Abe si è convinto della necessità di rinviare il nuovo aumento dell’Iva dall’8 al 10% che dovrebbe scattare nel 2015 e deprimerebbe ulteriormente i consumi. Il governo deve trovare le risorse per ridurre un debito pubblico che ha superato il 200% del Pil.