Renzi-Juncker: duro scontro tra il premier Matteo Renzi ed il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che ha attaccato frontalmente il presidente del Consiglio italiano che guida insieme al francese Hollande i Paesi impegnati a chiedere più flessibilità nei conti pubblici, per investire nel rilancio della crescita e dell’occupazione. “Non sono il capo di una banda di burocrati” ha detto Juncker, “se avessimo dato ascolto ai burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso. Invito tutti i primi ministri a rispettare la mia istituzione.” La replica di Renzi non si è fatta attendere. “Per l’Italia, la sua storia, il suo futuro chiedo rispetto. Anzi: pretendo il rispetto che il Paese merita. Non andiamo più alla Ue con il cappello in mano.”
Napolitano: un allarme molto forte che mette le società sotto pressione e le espone al rischio “esterno dell’estremismo” e “interno dell’antagonismo”. Parole molto nette quelle del Presidente della Repubblica, collocate in un contesto, non solo italiano, profondamento mutato dalla globalizzazione, che porta a temere per “rotture e violenze mai viste prima”. “Si affermano nuove e più aggressive forme di estremismo e di fanatismo che rischiano di investire anche l’Europa, e l’Italia in particolare, infiltrandone gradualmente le società” ha detto Napolitano. “E’ una minaccia reale, anche militare, che dobbiamo essere pronti a prevenire e contrastare anche insieme alla Ue e alla Nato”.
Salvini: si fa problematico il rapporto fra Lega e Forza Italia dopo che Salvini ha lanciato il suo progetto di “nuovo soggetto politico” nero-verde, indirizzato in primo luogo a Fdi e Casapound. “Berlusconi pensa a una nuova edizione di Forza Italia, ma il mondo è cambiato; il nostro progetto va al di là delle forze politiche esistenti” ha detto il segretario leghista sollevando le ire degli azzurri, secondo i quali “non esiste centrodestra senza Berlusconi e senza FI”. Ma in Forza Italia cresce la sensazione di aver concesso troppo alla Lega, una linea avallata dal leader, ma che sta tornando in discussione.
Politica estera
Elezioni Usa: l’America ha votato ieri e stanotte per rinnovare per intero la sua Camera dei Rappresentanti, per eleggere un terzo dei senatori e i governatori di alcuni importanti Stati, dall’Ohio alla Florida, dal Massachussets al Kansas. Attesa una bassa affluenza alle urne, le elezioni di midterm sono poco sentite; la battaglia che ha reso incandescenti gli ultimi giorni della campagna elettorale è quella per il controllo del Senato, che potrebbe passare ai repubblicani, come hanno previsto i sondaggi. I democratici sarebbero invece probabilmente di fronte “al peggiore scenario possibile dai tempi di Dwight Eisenhover”, ha ammesso il presidente Obama.
Bagnasco: il presidente della Conferenza Episcopale italiana ha visitato la striscia di Gaza, alla guida dell’unica delegazione straniera entrata durante le 48 ore di chiusura dei valichi di confine. Bagnasco ha confessato di essere rimasto colpito dalle “distruzioni avvenute”, come anche dalla “voglia di rinascita dalla popolazione civile”, un’immagine “che mi ha ricordato quanto facevamo noi in Italia negli Anni Cinquanta” ha commentato il cardinale, che ha incontrato la comunità cristiana di Gaza. In seguito Bagnasco ha visitato la cittadina israeliana di Sderot, una delle più colpite dai razzi Qassam durante il conflitto combattuto questa estate.
Economia e Finanza
Ue: è una situazione economica pessima quella tratteggiata ieri dalla Commissione europea nel primo rapporto annuale del nuovo esecutivo comunitario guidato da Juncker. I segnali di ripresa sono debolissimi, proprio mentre l’esecutivo comunitario sta lavorando su un nuovo piano di investimenti che la Germania continua a guardare con sentimenti contrastanti. Il nuovo commissario agli affari monetari Moscovici ha detto in conferenza stampa che “i rischi al ribasso per la crescita continuano a dominare”, aggiungendo che non esiste una sola e semplice risposta alla crisi, ma che “tutti i livelli di governo devono mobilitare politiche economiche rivolte sia alla domanda che all’offerta”. La Commissione prevede una crescita nella zona euro dello 0,8% per il 2014 e dell’1,1% nel 2015.
Italia: la Commissione europea ha pubblicato ieri nuove previsioni da cui emergono dubbi sulla politica economica italiana. Il rischio che Bruxelles chieda al governo Renzi nuove misure di risanamento delle finanze pubbliche è reale, tenuto conto che l’attuale situazione italiana non è considerata eccezionale ai sensi del Trattato. Sul nostro Paese pende quindi la minaccia di una nuova procedura per squilibrio macroeconomico eccessivo. La Commissione prevede una contrazione dell’economia italiana dello 0,4% per l’anno in corso, con un disavanzo destinato a raggiungere il 3,0% del prodotto interno lordo. Il debito calerà solo dal 2016 ma sarà comunque al 132,7%. Il ministro Padoan difende invece la legge di stabilità, “una manovra espansiva per avviare un consistente taglio delle tasse e fornire la spinta alla ripresa”, perché per ridurre il debito è necessario far ripartire il Pil anche con le riforme strutturali.