napolitano-giorgioPolitica interna
 
Ministro degli Esteri: per Matteo Renzi diventa più difficile di quanto preventivato la successione di Federica Mogherini alla Farnesina. Il premier puntava su una donna, ma dopo il colloquio di ieri con il presidente Napolitano sembra che la scelta “di genere”, per non alterare le percentuali nel governo, sia passata in secondo piano. Il Capo dello Stato non avrebbe accolto in modo positivo le candidature proposte; il prossimo ministro, secondo Napolitano, dovrebbe essere scelto in base a precisi criteri di competenza, esperienza e capacità di iniziativa politica. Un’alta fonte diplomatica si è lasciata sfuggire un “Siamo molto lontani”, tanto che non si esclude nemmeno la possibilità che a Renzi venga concesso l’interim per alcuni giorni.  
 
Renzi – sindacati: otto ore di sciopero generale entro novembre, in contemporanea con due manifestazioni, per protestare contro il Jobs act e gli scontri di mercoledì fra operai e polizia. Questo il programma della Fiom, che non fa sconti al governo neppure nel giorno in cui il premier assicura alle rappresentanze sindacali dell’Ast “verifiche e atti conseguenti”. Matteo Renzi nella mattinata di ieri ha organizzato un incontro con i sindacalisti “caricati” due giorni fa in piazza, al termine del quale lo stesso Landini ha confermato la disponibilità dell’esecutivo e la ripresa delle trattative con Thyssen; sono circolate voci di un contatto diretto cercato da Renzi con la cancelliera Merkel per spingere il governo tedesco ad interessarsi della vicenda. Ma il livello di scontro resta alto, anche la segretaria della Cgil Susanna Camusso minaccia la convocazione di uno sciopero generale a dicembre.  
 
Patto del Nazareno: dopo settimane di tensioni e malumori, con Berlusconi sempre più ondivago ed il premier sempre meno disposto a seguirne le oscillazioni, Renzi è tornato ieri a contare sull’appoggio di Forza Italia sulle grandi riforme in genere, ed in modo specifico su quella elettorale. Il leader azzurro ha chiamato il presidente del Consiglio per rassicurarlo che il famoso patto stipulato dieci mesi fa al Nazareno rimane valido e che, se dipendesse da lui, sarebbe pronto ad approvare l’”Italicum” già domani, senza far trascorrere i mesi ipotizzati dal capogruppo alla Camera Romani in un’intervista. Perfino sul premio di lista, che Renzi vuole ad ogni costo e FI considera invece una sciagura, Berlusconi avrebbe dato il suo via libera, così almeno dicono voci influenti del Pd; in cambio si aspetterebbe maggiori concessioni sulle soglie di sbarramento, alzate in modo tale da “sterminare” i partiti più piccoli.  
 
Costi della politica: i bilanci 2013 delle maggiori formazioni politiche si sono chiusi in rosso per 82 milioni, 70 in più di due anni fa, malgrado la rocambolesca spending review avviata da tutti in extremis. Il raddoppio a 35 milioni dei contributi individuali, quasi tutti provenienti dalle tasche dei parlamentari, è servito appena a limitare i danni, le donazioni con il 2 per mille infatti non decollano e le campagne di tesseramento non funzionano più. Così la politica italiana si prepara ad un 2014 ancora più nero, nel corso del quale si è già capito che occorrerà tirare la cinghia.     
 
 
Politica estera
 
Gerusalemme: il ferimento di un estremista ebraico israeliano a Gerusalemme e l’uccisione del suo presunto feritore, un estremista palestinese legato alla Jihad islamica, ha indotto Netanyahu a chiudere l’accesso alla Spianata delle moschee e ad ordinare significativi rinforzi per mantenere la sicurezza nella città. Il divieto è durato poche ore, il presidente palestinese Abu Mazen ha parlato di “dichiarazione di guerra” mentre il premier israeliano lo accusava di “incitamento alla violenza” insieme ad elementi islamici radicali. Un portavoce Usa ha detto che il luogo di culto “deve essere aperto per i fedeli musulmani”. Non siamo ancora alla nuova Intifada, da mesi nell’aria, ma l’escalation della violenza nella capitale delle tre religioni monoteistiche sta portando in quella direzione.
 
Gas russo: a 24 ore dalla scadenza del suo mandato la Commissione Europea uscente è riuscita a chiudere l’accordo sulle forniture di gas russo all’Ucraina, valido fino ad aprile 2015, scongiurando così il rischio di mancanza di rifornimenti all’Europa nell’avvicinarsi della stagione fredda. Il premier ucraino ha annunciato ieri che l’Ue aveva accettato di farsi garante del pagamento degli arretrati di Kiev nei confronti del Cremlino, un debito di 4,5 miliardi di dollari. Non solo, Bruxelles si fa garante con Kiev anche contro eventuali cambiamenti di prezzo imposti da Mosca, che aveva chiuso i rubinetti del suo gas a giugno, dopo lo scoppio della guerra civile.      
 
 
Economia e Finanza
 
Economia Usa: cresce più del previsto nel terzo trimestre del 2014 l’economia americana, con un +3,5% annualizzato del Pil, grazie al buon andamento degli investimenti aziendali, ai consumi delle famiglie e delle spese governative per la difesa. Un contributo decisivo è arrivato anche dalle esportazioni, cresciute del 7,8%. L’espansione non scaccia però tutte le incognite e resta meno che brillante, in ogni caso non sufficiente per sanare i deficit di popolarità dell’amministrazione Obama alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Congresso, ma comunque tale da consentire alla Fed di far rotta verso una normalizzazione della politica monetaria l’anno prossimo.
 
Padoan:  malumori crescenti sia sulla legge di Stabilità che sullo Sblocca-Italia, approvato ieri alla Camera fra le proteste di Greenpeace, degli studenti e del M5S che ha parlato di “Sfascia-Italia”. Il provvedimento, da convertire in legge entro l’11 novembre, è destinato ad un nuovo voto di fiducia al Senato, dove arriverà martedì. In questo clima il ministro dell’Economia ha annunciato per il 14 novembre il pacchetto italiano da sottoporre alla Bei ed alla Commissione europea nella cornice del piano Juncker da 300 miliardi. Si tratta di mille progetti, per un importo complessivo di 10 miliardi di euro, dei quali una lista specifica sarà pronta alla fine della settimana prossima. Trovano spazio l’elettrodotto tra Calabria e Sicilia, il potenziamento dell’aeroporto di Catania, l’ammodernamento delle strade Anas al Sud, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, l’alta velocità Napoli-Bari e la banda ultralarga.