Politica interna
Quirinale – Per Giorgio Napolitano sono le ultime ore da presidente della Repubblica, dopo nove anni passati al Colle. Stamattina firmerà le dimissioni, le tre lettere verranno consegnate a Matteo Renzi, Laura Boldrini e Pietro Grasso e i poteri passeranno temporaneamente al “supplente”, il presidente del Senato. Per Napolitano, contento di tornare a casa, è il momento dei saluti e degli auguri all’Italia nella speranza, dice, che sia serena e unita. Intanto, continua il toto-nomi su chi sarà il prossimo capo dello Stato: sul tavolo ci sono le opzioni Mattarella, Gentiloni e Fassino e cresce l’ipotesi Walter Veltroni. Per la minoranza Pd sarebbe difficile dire no all’ex segretario e Forza Italia non sarebbe ostile. Il premier chiede a Berlusconi di serrare i ranghi del suo partito, convinto dell’appoggio dell’ex Cavaliere. Ma il leader degli azzurri valuterà la rosa dei candidati soprattutto mettendo sull’altro piatto della bilancia la sua agibilità politica.
Italicum – La nuova versione della legge elettorale è pronta. La maggioranza ha presentato i suoi emendamenti con un gioco di incastri che dovrebbe garantirne l’approvazione e salvare il patto del Nazareno. Forza Italia ha firmato la proposta che innalza il premio di maggioranza al 40%, introduce i capilista bloccati e ufficializza la clausola di garanzia (l’Italicum decorre a partire dal 1 luglio 2016). Gli azzurri non hanno firmato l’emendamento che prevede il premio alla lista e la soglia di ingresso al 3%, ma la proposta dovrebbe avere i numeri per superare l’esame dell’Aula. Ora la maggioranza dovrà trovare un accordo politico con la Lega e controbattere alla sua mossa ostruzionistica: il Carroccio ha presentato ben 40 mila proposte di modifica al nuovo sistema di voto.
Politica estera
Allarme terrorismo – Mentre Francia e Israele danno l’addio alle vittime delle stragi di Parigi, la Casa Binaca lancia l’offensiva contro il dilagare dei crimini informatici: la necessità è proteggere i cittadini dagli attacchi in Rete di hacker e terroristi. Proprio da internet arriva l’ultimo orrore targato Isis: un video di pochi secondi mostra un giovane mujahidin – dieci o undici anni – con in mano una pistola calibro 9 di fianco a un miliziano jihadista. Di fronte a lui due uomini in ginocchio gli voltano le spalle. Senza esitazione, il ragazzino fa un passo e, con un colpo alla nuca, giustizia i due, accusati di essere spie russe. Ma la Rete è anche una preziosa fonte di informazioni per chi il terrorismo lo combatte: è anche grazie a internet che la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo venti stranieri residenti in Italia sospettati di avere legami con la jihad. Secondo l’Europol, sarebbero 5000 i combattenti europei pronti a colpire.
Ucraina – La tregua nella parte orientale del Paese fa sempre più fatica a reggere. Ieri un razzo ha colpito un autobus nei pressi della cittadina di Mariupol facendo strage di civili ucraini. Il governo di Kiev accusa i filo-russi che negano ogni responsabilità. L’aeroporto di Donetsk, fuori uso da mesi, è al centro di furiosi combattimenti tra governativi e ribelli. Data la situazione, i mediatori internazionali rinunciano a convocare in Kazakistan la conferenza di pace tra i capi di Stato, rinviata a data da decidere.
Economia e Finanza
Riforme Ue – Svolta della Commissione europea di Jean-Claude Juncker che ha presentato ieri le nuove linee guida da utilizzare nell’applicazione del Patto di Stabilità. Le regole, valide comunque per chi si mantiene sotto il limite del 3% del rapporto deficit/Pil, prevedono conti più flessibili in un contesto caratterizzato da riforme volte a rilanciare la crescita. L’obiettivo è creare più posti di lavoro nel rispetto complessivo del Patto di Stabilità. Tre i criteri principali definiti dall’Europa: clausola degli investimenti, clausola delle riforme strutturali e adattamento degli impegni di bilancio alla situazione economica. Per l’Italia, nel 2015, previsti investimenti fuori dal deficit per 3,5 miliardi di euro, a correzione ridotta.
Mercati – Il petrolio tocca che nuovi minimi, le aste sui BTp che vanno a segno, la produzione italiana in novembre migliore delle attese e l’apertura in rialzo di Wall Street: sono tanti gli elementi che hanno influenzato i mercati. Senza dimenticare le parole del presidente della Banca di Francia, Benoit Courè, che ha detto che la decisione sul quantitative easing potrebbe arrivare già il 22 gennaio. Così, le principali Borse del vecchio continente chiudono la seduta in rialzo: Milano è stata la migliore con un +1,96%, seguita a poca distanza da Madrid e Francoforte. Ora tutti aspettano di vedere quali saranno le mosse di Mario Draghi.