Politica interna
Consulta: diciassettesima fumata nera per l’elezione dei giudici costituzionali, oltre 350 parlamentari su 950 hanno boicottato la votazione in diversi modi; Luciano Violante si è fermato a 506 voti mentre il candidato di FI Caramazza è arretrato a 422 ed ha di conseguenza deciso di ritirare la sua candidatura. “Rattristato e preoccupato” Giorgio Napolitano, che davanti ad una paralisi che dura ormai dal 12 giugno ha constatato che “il Parlamento si autopriva della facoltà attribuitagli dalla Costituzione di concorrere alla formazione della più alta istituzione di garanzia”. Ed a nulla sono servite le sollecitazioni del Colle.
Stato-Mafia: una pioggia di critiche si è abbattuta sulla Procura di Palermo, che ha autorizzato la partecipazione, in videoconferenza, di Totò Riina e Leoluca Bagarella alla deposizione del Presidente della Repubblica nel processo per la trattativa Stato-mafia che si svolgerà in una sala del Quirinale. A difesa della sede istituzionale più importante del Paese sonio intervenuti personaggi assolutamente eterogenei, da Anna Finocchiaro a Francesco Storace, dal Pd al Nuovo centro destra, concordi nel giudicare “inaccettabile” l’accostamento del nome del Capo dello Stato a quello dei capi della mafia. I giudici motivano la loro decisione sostenendo che all’udienza si applicano le regole che disciplinano le audizioni di coloro che non possono andare in tribunale, pena il rischio di nullità dell’udienza stessa.
Nozze gay: Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell’Interno, ha inviato a tutti i prefetti d’Italia una circolare con l’invito formale al ritiro ed alla cancellazione delle trascrizioni di matrimoni omosessuali celebrati all’estero. “In caso di inerzia si procederà all’annullamento d’ufficio degli atti che sono stati illegalmente adottati” ha aggiunto, provocando la rivolta dei sindaci. La reazione più forte è arrivata dal sindaco di Bologna Merola che si è chiaramente rifiutato di annullare gli atti e di ritirare la sua firma; il sindaco di Grosseto ha detto che “la circolare del ministro conta meno di una sentenza di tribunale”. Il sindaco di Roma Marino, che non ha ancora trascritto nozze gay, si appresta però a farlo.
Politica estera
Kobane: serve un intervento di terra per fermare l’Isis, lo chiede il presidente turco Erdogan che pure ha schierato dieci mila soldati e decine di carrarmati appena oltre il confine con la Siria, pronto ad attaccare ma per il momento deciso a non farlo, almeno fino a quando non riceverà dagli Stati Uniti l’impegno per la rimozione del presidente siriano Assad. Il premier turco non lascia illusioni sulla sorte della città curda vicina al confine, dove già i jihadisti sono riusciti ad entrare, ed aggiunge che il terrorismo non può essere fermato con i soli raid aerei. Anche l’inviato dell’Onu De Mistura chiede di agire subito per salvare i 400mila abitanti di Kobane che si difendono con armi normali dai mortai e dai carri armati dell’Isis, mentre nel mondo scende in piazza la protesta dei curdi che chiedono alla comunità internazionale di non restare spettatrice del massacro.
Ebola: sono ormai 52 le persone sotto sorveglianza in Spagna perché entrate in contatto con l’infermiera di Madrid affetta dal virus e con suo marito. La Commissione europea ha chiesto alle autorità spagnole chiarimenti sul contagio, avvenuto in un ospedale della capitale e primo caso di Ebola in Europa. Centinaia di manifestanti hanno chiesto ieri le dimissioni del ministro della Sanità Ana Mato, mentre le opposizioni vogliono una commissione d’inchiesta indipendente. Sul versante italiano il ministro Lorenzin conferma che sono arrivate moltissime segnalazioni di casi sospetti, ma per fortuna nessuno positivo.
Economia e Finanza
Lavoro: Jobs Act alla prova di fiducia, prevista per questa sera la votazione al Senato. Il governo presenterà un maxi-emendamento che, secondo il premier Renzi, dovrebbe contenere “modifiche condivisibili che mi sono state suggerite dal mio partito”. In sostanza il punto cruciale, quello dell’articolo 18, viene rinviato a quando saranno scritti i decreti attuativi del Jobs Act; la vera contropartita alla sua cancellazione è la concessione di sgravi fiscali sul contratto a tutele crescenti. Renzi, che ha annunciato di persona il ricorso alla fiducia in Parlamento, ha detto di non temere agguati da parte del Pd, perché “è un voto palese e non ci sono franchi tiratori”. Solo i quattro senatori civatiani potrebbero uscire dall’Aula o addirittura votare contro.
Fmi: il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita dell’Italia per quest’anno e per il prossimo. Non si tratta di una sorpresa, lo avevano già fatto l’Ocse e anche lo stesso governo, ma colpisce vedere che, nel lungo elenco dei paesi industrializzati ed emergenti pubblicato nel rapporto, l’Italia sia l’unico fra i grandi del G7 e, con l’Argentina, del G20, ad avere il segno meno davanti alle previsioni di crescita del 2014, ricadendo così per la terza volta dall’inizio della crisi nella recessione.
Fiat: da sabato a mezzanotte la società che ha segnato la storia del capitalismo italiano del Novecento cesserà di esistere, il titolo verrà ritirato dal mercato venerdì alla chiusura della Borsa e sostituito, alla riapertura di lunedì, dalle azioni Fca quotate a New York; dopo 111 anni il listino italiano perde uno dei suoi punti di riferimento. Il simbolico cambio di pagina, atteso e previsto da tempo, è diventato ufficiale ieri mattina presto, quando il Lingotto ha fatto sapere che non si sono verificate le condizioni che avrebbero portato alla sospensione della fusione tra Fiat e la società-veicolo olandese del gruppo di Torino che servirà a far nascere nelle prossime ore Fiat-Chrysler automobiles.