Politica interna
Pd – Doveva essere una direzione ad altissima tensione e le scintille non sono mancate, ma alla fine la linea di Renzi ha prevalso nettamente. I voti a favore della mozione che impegna il Pd a sostenere la cancellazione dell’articolo 18 sono stati 130, 20 i no con 11 astenuti. Il Premier ha parzialmente sorpreso per alcune aperture, dal reintegro mantenuto per i licenziamenti disciplinari, alla conferma dei 2 miliardi per gli ammortizzatori sociali; inoltre c’è stato l’annuncio della disponibilità a riaprire la “Sala verde”, il locale di Palazzo Chigi storicamente adibito alla contrattazione sindacale. Tuttavia la minoranza Pd non ha rinunciato ad alzare i toni dello scontro, in particolare con gli interventi di D’Alema e Bersani, con quest’ultimo a rivendicare che nel Pd “non può valere il metodo Boffo: uno deve dir la sua senza che gli venga tolta la dignità”. L’ex Premier ha invece invocato “meno slogan, meno spot e un’azione di governo più riflettuta”, oltre a stigmatizzare le posizioni assunte nel merito dell’articolo 18 da Renzi: “Non è obbligatorio sapere i fatti, ma sarebbe fortemente consigliabile studiarli”, ha detto sferzante D’alema.
Giorgio Napolitano – Alcuni quirinalisti vedono nei toni parzialmente conciliatori usati in direzione da Renzi l’eco della moral suasion del Capo dello Stato. Ieri infatti i due sono stati a lungo a colloquio al Quirinale. In particolare il Colle avrebbe spinto per riaprire il confronto dialettico coi sindacati.
Giustizia – Oggi il Parlamento procederà alla sedicesima votazione per l’elezione di due nuovi giudici costituzionali. Pd e Fi sono ancora fermi sui nomi di Violante e Bruno e una nuova fumata nera sembra scontata. Intanto, l’Anm, per bocca del Presidente Sabelli, ha risposto alle parole di Renzi, il quale a Che tempo che fa, aveva insistito sulla necessità di ridurre ferie e compensi nella magistratura: “Basta falsità, meritiamo più rispetto”, la replica di Sabelli, che ha contestato i dati sulla produttività delle toghe e ha negato di aver definito l’ipotizzato tetto salariale “un attentato alla libertà della magistratura”, così come riferito da Renzi.
Politica estera
Hong Kong – Le adesioni alle proteste di piazza continuano a crescere, dopo l’iniziale tentativo di repressione violenta di Pechino, che si è rivelato un boomerang. Ieri a fianco dei manifestanti erano presenti anche i cardinali cattolici. Intanto, il Governo locale ha dovuto cancellare le celebrazioni per la festa nazionale di domani, mentre in Cina l’informazione di regime mostra l’immagine dei cortei descrivendole come celebrazioni per la festività.
Terrorismo – Il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha dichiarato che per il nostro Paese l’allerta per attentati dell’Isis è “elevatissima”, anche perché l’Italia “è la sede della cristianità e ha fatto delle scelte importanti in Parlamento”, sostenendo la coalizione che sta colpendo gli islamisti in Iraq e Siria. Alfano ha rivelato che, secondo le verifiche dei reparti Antiterrorismo, sarebbero 48 i militanti estremisti transitati nel nostro Paese negli ultimi anni; poi l’annuncio di un imminente decreto con misure speciali per sorvegliare i soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi.
Spagna – Come previsto la Corte costituzionale ha dato parere positivo al ricorso del Governo centrale e ha disposto il blocco del referendum secessionista indetto dalla Catalogna.
Economia e Finanza
Ue – Dopo le indiscrezioni partite da Oltreoceano, oggi la Commissione europea diffonderà dettagli sull’indagine in corso sul presunti regimi fiscali agevolati garantiti in Europa ad alcune multinazionali, da Apple a Fiat e Starbucks. Tra i Paesi sotto il faro dell’Unione ci sarebbero Irlanda e Olanda, il cui sistema fiscale avrebbe violato la normativa sugli aiuti di Stato.
Macro Italia – Questa mattina il Consiglio dei Ministri licenzierà la nota di aggiornamento del Def, che con ogni probabilità rivedrà al ribasso il Pil italiano per l’anno in corso, tra il -0,2 e il -0,4%. E ieri, parlando alla Camera alla Conferenza interparlamentare sul fiscal compact, il Ministro Padoan ha invocato la revisione del Fiscal Compact, che dovrebbe partire da inizio 2015 e che rappresenta l’apice delle politiche di austerity degli ultimi anni. La via proposta dal presidente di turno dell’Ecofin è un approccio di “policy mix”, che abbandoni la contrapposizione tra austerità e crescita, magari abolendo le misure “punitive” per i Paesi in difficoltà e anche “il nonsense per cui i Paesi in surplus hanno più spazio e quelli in deficit meno”. Padoan ha focalizzato l’attenzione su uno schema “qualitativo prima ancora che quantitativo delle politiche di bilancio”.
Legge di Stabilità – Alla direzione Pd Matteo Renzi ha anticipato anche alcune misure economiche che troveranno spazio nel dl Stabilità. Oltre all’ipotesi di mettere in busta paga per un anno metà del Tfr dovuto, l’Esecutivo ha intenzione di tagliare l’Irap di “almeno 2 miliardi” e di concedere ai Comuni maggior flessibilità per un miliardo nell’ambito del Patto di stabilità. Inoltre sta prendendo quota il piano per l’istituzione di un fondo da 3-5 mld con la partecipazione della Cassa depositi e prestiti, finalizzato a sostenere gli investimenti delle Pmi. L’entità complessiva della legge di Stabilità dovrebbe aggirarsi sui 22 miliardi, che in parte saranno finanziati con ricorso a maggior deficit.