Politica interna
Jobs Act – Il premier Matteo Renzi sta cercando di cambiare l’assetto del mercato italiano del lavoro, sfidando sia la minoranza del suo stesso partito che i sindacati. Il suo obiettivo è quello di “rendere più semplice il lavoro: nessuno vuole togliere diritti, ma darli a chi non li ha avuti”. Per questo “servono nuove regole semplici per gli imprenditori, in grado di garantire chi perde il posto di lavoro. In Italia, oggi, è come se invece ci fosse la serie A e la serie B dei lavoratori”. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi si schiera con Palazzo Chigi: “Sono favorevole ad eliminare l’articolo 18, ormai è un mantra, che in tutto il mondo ci addossano come Paese”.
Renzi – Il premier Matteo Renzi, attualmente in viaggio negli Stati Uniti, è tornato a parlare del Jobs act e del superamento dell’articolo 18: “Nel mio partito c’è chi ritiene si possa proseguire con un “facite ammuina”, per cui anche dopo la vittoria alle elezioni europee, “non cambia niente e Renzi fa la foglia di fico: sono cascati male, ho preso quei voti per cambiare l’Italia davvero”. Un messaggio diretto ai dissidenti del Pd e a chi tenterà di ostacolare l’avanzamento del disegno di legge delega sulle nuove regole dei contratti di lavoro. E ha ricordato che se il Parlamento dovesse procedere a rilento, il governo interverrebbe con un decreto legge. Contrariamente alla Cgil, che mantiene una posizione di chiusura e parla di “discussione ideologica”, il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha manifestato una posizione d’apertura a Renzi, chiarendo che “il Jobs act è un’ottima idea”, anche se non si può “modificare l’articolo 18 per chi già ce l’ha”.
Berlusconi – Le nuove leve di Forza Italia si sono riunite a Sirmione per una tre giorni di formazione politica. Durante questo raduno Silvio Berlusconi è intervenuto per ricordare che sono loro, i giovani del partito, a dover segnare un cambio di passo. Il leader di Forza Italia ha dichiarato: “Dopo 20 anni ci ritroviamo con una stanchezza che non è in tutti ma è in molti di noi. FI ha bisogno di ringiovanire”. Anche perché sul fronte opposto c’è Matteo Renzi, la cui bandiera “sventola forte nel vento”. Il messaggio arriva chiaro ai big del partito, tutti in prima fila ad ascoltare il leader: bisogna rilanciare l’organizzazione del partito, e per farlo occorre lavorare sul territorio.
Lega Nord – Tutti i big della Lega Nord si sono riuniti ieri a Cittadella per il raduno del partito. Matteo Salvini ha parlato del Jobs act definendolo “una presa in giro”, ha poi commentato lo stato di salute di un centrodestra che “non esiste”, per concludere con le nomine dei giudici della Consulta: “l’ultimo dei problemi degli italiani”. Salvini ha inoltre parlato del referendum scozzese, profetizzando un percorso analogo per il Veneto. Per il leader del Carroccio “se lo Stato centrale e centralista non funziona è giusto che le realtà locali si organizzino”.
Politica estera
Russia – Dopo settimane di una guerra che non esiste, l’opposizione russa fa sentire la sua voce contro l’intervento in Ucraina. Migliaia di persone hanno sfilato per le vie del centro di Mosca, aggiungendosi alle voci sporadiche che si sono levate in varie parti del Paese. E Mikhail Khodorkovskij, l’ex magnate che vive all’estero dopo la sua liberazione, ha annunciato il lancio di un movimento per ottenere la sconfitta di Vladimir Putin alle elezioni presidenziali del 2016.
Afghanistan – Dopo mesi di accuse reciproche di brogli elettorali alle presidenziali afghane di giugno, i due candidati al ballottaggio hanno finalmente trovato ieri un accordo. Il nuovo presidente sarà l’ex ministro delle Finanze Ashraf Ghani mentre lo sfidante Abdullah Abdullah, sconfitto al ballottaggio, potrà nominare un “primo ministro esecutivo” tra i suoi alleati, o forse designare se stesso.
Economia e finanza
G20 – Ieri i Paesi del G20, riuniti a Cairns in Australia, hanno deciso di mantenere fermo l’obiettivo di una crescita globale aggiuntiva del 2% entro il 2018. Le iniziative programmate a sostegno dello sviluppo, circa 1000 in totale, dovrebbero assicurare un aumento del Pil dell’1,8%, per cui bisognerà immaginare un rafforzamento dell’impegno. “Abbiamo bisogno di una crescita forte, sostenibile e bilanciata e di un settore finanziario robusto”, rileva il comunicato del G20 mentre il segretario al Tesoro Usa, Jack Lew, ripete che è l’Europa, in particolare, a dover fare di più.
Pa – Per Matteo Renzi la scommessa di pagare i vecchi debiti della Pubblica amministrazione entro il 21 settembre è vinta. Ma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, replica: “Le imprese italiane sono in difficoltà anche per i debiti della Pa. È una situazione assurda”. E la Cgia di Mestre rincara la dose: “Le aziende italiane devono incassare altri 35 miliardi dallo Stato”. Arrivano pesanti critiche anche da Beppe Grillo: “Ecco l’ennesima bugia del nostro premier che, balla dopo balla, ci sta portando verso il baratro”. Per Renato Brunetta “anche se la quota già pagata supera i 30 miliardi, forse dall’esecutivo hanno dimenticato che 22,8 miliardi erano già stati pagati dai governi Monti e Letta”. Renzi non ci sta e davanti alle telecamere del Tg2 risponde alle critiche, sottolineando che i creditori della Pubblica amministrazione potranno avere i loro soldi “iscrivendosi al sito del ministero dell’Economia”. E conclude: “I soldi ci sono e quindi il 21 settembre l’impegno a pagare i debiti 2013 è mantenuto”.