Politica interna
Legge elettorale – Il Movimento 5 Stelle cambia strategia, e ieri ha teso la mano al segretario del Pd: “Sulla legge elettorale Renzi batta un colpo, il M5S risponderà”, è l’invito dei pentastellati. Invito subito raccolto da Renzi che commenta: “Pronti a discutere con tutti”. Ma avverte: “È bene che non ci siano né patti segreti né giochini strani”. Il motivo ufficiale di questo cambio di rotta starebbe nel fatto che, con le Europee, il Pd “è stato legittimato da un voto popolare e non dai soli voti della Direzione”, ma i democratici sospettano che l’apertura di Grillo e Casaleggio sia solo un tentativo strumentale d’intralciare il cammino delle riforme. Il ministro Maurizio Martina, intervistato su Sky Tg24, non chiude le porte: “Se davvero questa apertura di Grillo è sincera sarebbe impossibile sottrarsi a questo confronto. Se ha scelto di scongelare i suoi voti, bisogna andare a vedere le carte e verificare che non sia un bluff”.
Governo – Il governo Renzi ha superato i 100 giorni di vita. Un arco di tempo durante il quale ha approvato 14 decreti legge e 7 disegni di legge, a riprova della difficoltà anche per questo esecutivo di limitare il ricorso alla decretazione d’urgenza. Non solo. Più si affollano i decreti e più sale il ricorso ai voti di fiducia per assicurare la loro conversione in legge entro il termine perentorio di 60 giorni. All’inizio Renzi aveva promesso per febbraio la riforma della legge elettorale e delle istituzioni, per marzo la riforma del lavoro, per aprile quella della Pubblica amministrazione, per maggio quella del fisco e per giugno quella della giustizia. Un programma ambizioso, che nella pratica è incappato in qualche ritardo. A rallentare l’azione di governo è il lavoro parlamentare che non riesce, a causa del bicameralismo perfetto e di regolamenti inadeguati, a tenere il ritmo delle decisioni dell’esecutivo. Ciò senza contare le tensioni interne al Pd, in particolare quelle sulla riforma del Senato.
Giustizia – È allarme dei giudici su responsabilità civile ed età pensionabile. Le toghe si dicono “stupefatte” per come il governo Renzi ha gestito il fine carriera, perché “se il principio è giusto, realizzato così si risolve in un danno”. Ma c’è anche “la grave preoccupazione” per le indiscrezioni riguardanti la riforma della responsabilità civile. Rodolfo Maria Sabelli, il presidente dell’Anm, chiederà oggi un incontro urgente al Guardasigilli Andrea Orlando per parlargli di entrambe le questioni. Al Csm si muove Riccardo Fuzio, che chiede “di esprimere subito un parere sul decreto” e ne delinea le conseguenze devastanti, che comporteranno perfino la decadenza di uno dei prossimi candidati alle elezioni dello stesso Csm. Il ministro Orlando stempera i toni e cerca di calmare gli animi: “Questo governo non è contro i magistrati, e quello che sto facendo in via Arenula lo dimostra”. A partire dalla responsabilità civile, dove il ministro è orientato a intervenire con le modifiche al testo Buemi che, in commissione Giustizia al Senato, è già in fase di emendamenti. I paletti del ministro sono già chiari: “Il problema principale è sbloccare il filtro arbitrario previsto dalla legge Vassalli che produce l’assurdo di soli 6 ricorsi in tutto il 2013”.
Pa – Con la riforma della Pubblica amministrazione le Prefetture saranno ridotte a una quarantina delle oltre cento esistenti. Stando a quanto spiegato da Renzi, la regola generale sarà di mantenere un ufficio del governo in ogni Regione, fatta salva la necessità di garantire una maggiore presenza in alcune zone del Paese. Ma se le prefetture saranno solo quaranta, anche gli altri uffici dovranno essere ridotti a un numero simile. L’intenzione è di creare una sorta di “casa del governo” dove concentrare tutte le attività periferiche dello Stato. Il primo articolo del disegno di legge sulla Riforma della Pa stabilisce che Prefetture, Ragionerie, direzioni del lavoro e delle entrate, archivi notarili e soprintendenze dovranno tutte essere collocate in “sedi ed edifici comuni o contigui”. Sono un migliaio gli uffici destinati ad essere ridotti a poco meno di 400 su tutto il territorio nazionale.
Politica estera
Iraq – Mentre sul territorio iracheno si consumano combattimenti tra le forze governative e gli jihadisti, l’Isis punta alla spettacolarizzazione del terrore facendo rimbalzare sul Web immagini e video di soldati catturati e giustiziati. Il bollettino del primo giorno di scontri conferma che i lealisti hanno fermato la “marcia su Baghdad” dei guerriglieri del Califfato grazie alle operazioni condotte dall’esercito con l’ausilio di volontari sciiti. Il governo parla di 279 “terroristi” dell’Isis uccisi in 24 ore, mentre negli scontri sono morti almeno una decina di soldati. Forze speciali governative si stanno inoltre dirigendo verso Mosul, la seconda più grande città del Paese, caduta nelle mani dell’Isis tre giorni fa. Scontri sono in corso anche nella provincia di Diyala, mentre a nord di Baquba un centro per il reclutamento dei volontari è stato bombardato a colpi di mortaio con un bilancio di sei morti. Quindici, invece, i morti in un attentato suicida a Baghdad.
Afghanistan – I Taliban hanno tagliato le dita a 11 civili in Afghanistan, nella provincia occidentale di Herat. La loro colpa: essere andati a votare per il ballottaggio delle elezioni presidenziali che si è tenuto sabato. La scelta del futuro presidente afgano è costata centinaia di vite umane: secondo un bilancio del ministero della Difesa, attacchi kamikaze e bombe hanno provocato 227 morti, di cui 33 civili, 18 soldati e 176 Taliban, e 156 feriti, di cui 63 civili e 93 Taliban.
Economia e Finanza
Bce – Il “bazooka” della Bce per sferrare l’attacco al credit crunch entrerà in azione in due tempi, a settembre e a dicembre. Si tratterà di due operazioni mirate di rifinanziamento di lungo termine per le banche dell’Eurozona. La dote iniziale complessiva sarà di 400 miliardi, con la possibilità per gli istituti italiani di attingere a risorse stimate tra 60 e 75 miliardi. A rendere l’offerta allettante sarà il tasso agevolato, pari allo 0,25%. La Bce ha fissato paletti precisi: le risorse dovranno essere esclusivamente finalizzate al credito per le imprese.
Fisco – Pier Carlo Padoan conferma l’intenzione di avviare una semplificazione e una riforma del fisco. L’idea del governo è duplice: “semplificare drasticamente il sistema tributario” e “spostare il carico fiscale che purtroppo c’è, in modo che a parità di gettito, ci sia più crescita e lavoro”. Secondo il ministro è importante puntare anche al recupero dell’evasione non tanto attraverso blitz quanto favorendo con la trasparenza e la semplificazione il corretto rapporto tra Stato e cittadini.