Politica interna
Quirinale – Domani mattina Giorgio Napolitano firmerà la sua lettera di dimissioni da capo dello Stato. Questa sarà poi trasmessa ai presidenti di Camera e Senato e a Palazzo Chigi: scatterà così la corsa alla successione. Ieri Matteo Renzi è salito al Colle per l’ultimo colloquio con Napolitano prima delle dimissioni: i due hanno discusso del problema terrorismo e del discorso che Renzi terrà oggi a Strasburgo a chiusura del semestre italiano di presidenza europea. Il premier ha anche rassicurato Napolitano sulle riforme, dicendo che i tempi verranno rispettati. Inevitabile pensare che i due non si siano soffermati a parlare del profilo ideale del prossimo inquilino del Quirinale e del metodo migliore per eleggerlo. In questo senso, la data potenzialmente decisiva è quella del primo febbraio, in cui si potrebbe svolgere la quarta votazione. Riguardo al successore di Napolitano, il premier ha in mente una strategia ben chiara: fare un nome solo, senza rose, e questo nome sarà di un esponente del Pd.
Primarie Pd – In Liguria è bufera sulla vittoria della renziana Raffaella Paita. Numerose segnalazioni sono sul tavolo del garante che si riunirà domani. Il vicesegretario Lorenzo Guerini assicura che eventuali irregolarità saranno sanzionate ma le primarie non si annulleranno. Tra le segnalazioni, ci sono i voti in massa di cinesi e turchi e quelli tutti pro-Paita nei comuni amministrati da sindaci di centro-destra. A sollevare il caso è stato Sergio Cofferati, sconfitto con uno scarto di 4.000 voti. L’ex sindacalista, dalle colonne de La Stampa, denuncia lo stravolgimento delle regole e l’inquinamento delle primarie: è riuscito il tentativo di snaturare la competizione e tutto questo senza che Renzi dicesse una parola, accusa Cofferati.
Politica estera
Francia – Nel mirino dell’inchiesta sui tre giorni di terrore a Parigi ci sarebbe un’intera organizzazione, almeno 6 persone secondo fonti di polizia. Per questo, il presidente della Repubblica François Hollande ha chiesto all’esercito di partecipare con 10.500 uomini alla protezione degli obiettivi sensibili della città. Arriva dal governo turco la conferma che Hayat Boumeddiene, moglie e complice di Amedy Coulibaly, è transitata dall’aeroporto di Istanbul per poi entrare in Siria lo scorso 8 gennaio. Intanto, Al Qaeda minaccia nuovi attentati in Francia se non cesseranno i raid in Iraq e simpatizzanti dell’Isis hackerano gli account Twitter e YouTube del Comando Usa in Medio Oriente diffondendo elenchi telefonici, nominativi di alti ufficiali e mappe militari sulla Cina e sulla Corea del Nord.
Croazia – Si chiama Kolinda Grabar-Kitarovic ed è la prima donna eletta a suffragio universale alla carica più alta dello Stato, quella di presidente della Repubblica. La signora è stata già ministro degli esteri, ambasciatrice a Washington e segretario della Nato. Con promesse di prosperità e lo slogan “Patriottismo e rispetto dei valori tradizionali”, ha battuto il presidente uscente Ivo Josipovic bocciato dal malcontento popolare: la Croazia è in recessione da sei anni con una disoccupazione al 20% e un debito pubblico all’80% del Pil.
Economia e Finanza
Recessione – Secondo il ministro Padoan, a Strasburgo per un’audizione davanti alla commissione economica dell’Europarlamento, nel 2015 la recessione scomparirà. Anche se il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’Unione non ha portato i risultati sperati, Padoan conferma che l’economia sta andando come previsto e auspica per l’Europa uno “shock positivo” che dia una spinta a crescita e lavoro e allontani il rischio deflazione. Padoan si è detto inoltre fiducioso riguardo a un intervento tempestivo della Bce che freni la discesa dei prezzi.
Misure Ue – La Commissione presenterà oggi le nuove linee guida sulla flessibilità del Patto di Stabilità, introducendo margini e spazi di manovra insperati fino a qualche mese fa. Le misure mirano a sostenere il rilancio dell’economia in un contesto costantemente segnato dal rischio deflazione. Il primo documento è il regolamento che disegna il Fondo per gli investimenti strategici, cassa comune da 21 miliardi intorno a cui ruota il Piano Juncker. Nel secondo, e più clamoroso, Bruxelles spiegherà come si potranno fare sconti agli Stati che rispettino la regola del 3% per il deficit e attraversino difficoltà congiunturali. Un passo che il governo italiano chiedeva da tempo.