
I partiti – L’avvicinarsi delle elezioni regionali segna l’esacerbarsi dei conflitti intestini nel centrodestra. Ieri a Bari si è tenuta la convention per la candidatura di Schittulli; significativa l’assenza di Raffele Fitto, sempre più lontano dalle posizioni di Berlusconi. Forza Italia non ha ancora definito il quadro delle alleanze nelle varie Regioni, in attesa del verdetto della Lega su Tosi. Oggi pomeriggio, infatti, il comitato disciplinare e di garanzia del Carroccio potrebbe ratificare l’espulsione dal partito del sindaco di Verona e degli iscritti alla sua fondazione “Ricostruiamo il paese”. Ma non è esclusa la possibilità di un compromesso che affiderebbe a Zaia il controllo della propria lista e a Tosi la scelta dei candidati leghisti.
Le riforme – Si apre una settimana cruciale per le riforme costituzionali, della giustizia e della Rai. Domani alla Camera si terrà i voto finale al ddl Boschi, che prevede un Senato eletto dai Consigli regionali e composto da 100 membri. Matteo Renzi dovrà confrontarsi con l’opposizione interna dei Bersaniani, firmatari di due emendamenti, e con il voto contrario annunciato ieri da Berlusconi. Ma in Forza Italia non tutti sposano la linea dura anti-governativa, e al momento del voto una parte del partito potrebbe scegliere l’astensione. Per quanto riguarda la giustizia, è fissata per il 17 marzo la discussione sulle norme anticorruzione, sulla prescrizione e sul falso in bilancio. Ma per rispettare i tempi tecnici, il governo dovrà presentare il suo emendamento sul falso in bilancio in commissione Giustizia entro domani. Al prossimo consiglio dei Ministri, infine, sarà presentato per un confronto preliminare il disegno di legge governativo sulla riforma Rai. Tra le proposte: l’introduzione di un amministratore delegato unico, la riduzione del numero dei membri del cda e dei poteri della commissione di vigilanza, una ridefinizione del contratto di servizio e l’abbinamento del canone alla bolletta elettrica.
Politica estera
Libia e Siria – Continua l’avanzata violenta dell’Isis alla conquista dei pozzi di petrolio libici. Nel giacimento di Al Ghani, gli estremisti islamici hanno ucciso otto guardie e rapito nove stranieri. Dopo questo colpo di mano sale a 11 il numero di pozzi sotto il controllo dei jihadisti. Intanto la diplomazia internazionale è al lavoro per cercare di riportare la stabilità in Siria ed estirpare la minaccia terrorista. Secondo i retroscena, l’eventuale caduta del regime di Bashar Assad non è più considerata una condizione necessaria per riportare la pace nel paese.
Nemzov – Nuovi sviluppi nelle indagini sull’omicidio di Boris Nemzov, il politico russo oppositore di Putin ucciso il 27 febbraio nel pieno centro di Mosca. Zaur Dadayev, ceceno di 34 anni fermato dalle forze dell’ordine russo, avrebbe confessato la sua colpevolezza. Dadayev è un ex tenente del Battaglione Nord della polizia cecena, di confessione islamica, che avrebbe in emulazione degli attentatori di Charlie Hebdo. Oltre a Dadayev, le autorità russe hanno fermato altri quattro sospetti, tutti ceceni, mentre un quinto si è fatto saltare in aria con una granata per sfuggire all’arresto.
Economia e Finanza
Europa e Grecia – Oggi inizia il Quantitative Easing, il piano della BCE per iniettare liquidità nell’Eurozona al ritmo di 60 miliardi di euro al mese. L’obiettivo è rilanciare la crescita attraverso una facilitazione dell’accesso al credito. Restano tesi, intanto, i rapporti tra Europa e Grecia. Dopo aver ricevuto dal ministro delle finanze greco Varoufakis la lettera con le riforme strutturali, il presidente dell’Eurogruppo Djsselboem ha definito le proposte incomplete e insufficienti. Bruxelles sembra dunque sposare la linea rigorista di Angela Merkel: le riforme greche andranno ridiscusse con le istituzioni rappresentative dei creditori. Fino ad allora, i prestiti necessari ad Atene non avranno il via libera.
Jobs Act – Entra in vigore il contratto di lavoro a tutele crescenti previsto dal recente Jobs Act. Tra gli incentivi offerti alle imprese: contributi Inps azzerati per tre anni e un taglio del costo del lavoro che, sommato con altri aiuti per l’assunzione, può arrivare a superare il 50%. Le regole sulle tutele crescenti si applicano a tutti i neo-assunti a prescindere dall’anzianità pregressa; gli interessati, secondo una stima del Sole 24 Ore, potrebbero essere circa 700 mila tra disoccupati, precari e inattivi. Le nuove norme, infine, prevedono semplificazioni nella conciliazione dei contenziosi tra lavoratori e aziende.