Politica interna
Europa – I capi di Stato e di Governo dell’Ue hanno trovato l’accordo a larghissima maggioranza per eleggere il popolare Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione europea. Hanno votato contro solo l’inglese Cameron e l’ungherese Orban. Il via libera italiano e del Pse è arrivato dopo la sottoscrizione di un documento programmatico, cui l’ex Premier del Lussemburgo dovrà far riferimento nel corso del suo mandato: pur rimanendo nei vincoli imposti dal patto di stabilità, ai Paesi membri sarà consentita una maggior flessibilità di bilancio per consentire il varo di riforme nazionali orientate alla crescita. Renzi ha citato come esempi il pagamento dei debiti della Pa e i progetti di sviluppo cofinanziati dalle Ue, che a suo parere andrebbero conteggiati al di fuori della soglia del 3% per quanto riguarda il rapporto deficit/pil. Sul punto le frizioni con la Cancelliera Merkel restano e il documento programmatico non ha fornito indirizzi specifici, tuttavia numerosi commentatori nostrani danno conto di una consolidata sintonia tra i due leader, forse rafforzata anche da un’assunzione di responsabilità netta del nostro Premier: “I problemi dell’Italia non sono colpa di Berlino, ma degli italiani”, ha chiarito Renzi.
Riforme – Da Bruxelles Matteo Renzi è entrato a gamba tesa sul dibattito ancora molto acceso in merito alla riforma del Senato: “Tutte le volte che parto non faccio in tempo ad atterrare che una parte del partito, ancorché minoritaria, riapre discussioni che sembravano chiuse”. Il riferimento è ai circa 15 senatori Pd che insistono sull’opportunità di mantenere l’elezione diretta dei parlamentari anche nel nuovo Senato e che in questi giorni hanno trovato sponde sia in Fi che nel M5S. Renzi, forte del sostegno di Berlusconi, ha rivendicato il “buon compromesso” raggiunto sulla riforma e ha ricordato che il Governo ha già accantonato alcuni aspetti del disegno di legge iniziale. La riforma approderà in aula il 3 luglio.
Politica estera
Ucraina – Il Presidente Poroshenko ha firmato, assieme a Georgia e Moldavia, un accordo di associazione e libero scambio con l’Ue. Si tratta di quello stesso accordo bloccato dall’ex Presidente Yanukovich e che diede il là alle proteste di piazza sfociate nello sgretolamento del vecchio blocco di potere a Kiev. Intanto, l’Europa prova a forzare la mano sulla strisciante guerra civile che continua a mietere vittime nell’Est dell’Ucraina e ha intimato al Cremlino di imporre entro tre giorni il disarmo ai separatisti filorussi e d’intavolare negoziati con Kiev, pena l’inasprimento delle sanzioni economiche di Bruxelles. Putin si è mostrato dialogante, tra l’altro chiedendo e ottenendo il prolungamento della tregua tra le fazioni a Donetsk, ma sull’accordo commerciale appena firmato da Poroshenko è stato molto cupo: “Mettere l’Ucraina a scegliere tra Russia e Ue spaccherà l’Ucraina in due”.
Israele – Il governo di Gerusalemme ha diffuso foto e identità di due militanti di Hamas sospettati di aver rapito i tre ragazzi ebrei svaniti nel nulla qualche giorno fa. I palestinesi, di 29 e 32 anni, sono già stati detenuti in carceri israeliane per azioni compiute dall’ala militare di Hamas e all’indomani del sequestro hanno fatto perdere le loro tracce a Hebron, dove risiedono. In contemporanea, l’aviazione israeliana ha portato a termine un attacco aereo mirato, che ha portato all’eliminazione di due miliziani.
Usa – Da circa due giorni droni americani sorvolano Baghdad e la Casa Bianca non ha escluso azioni militari dirette per contrastare gli spostamenti dei jihadisti dell’Isis, oramai arrivati a una novantina di chilometri dalla capitale. E ieri a Washington è arrivato il Ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, per discutere dei principali dossier internazionali, in cui il nostro Paese è coinvolto. Dall’Afghanistan alla Libia: “In Afghanistan continueremo a occuparci della zona di Herat e a Tripoli siamo disponibili ad addestrare i loro militari purché sia garantita la sicurezza”, ha rassicurato Pinotti; infine l’apertura sulla crisi irachena: “L’Italia può dare il suo contributo per favorire la stabilizzazione”. Intanto Washington ha annunciato che non produrrà più mine anti uomo, aprendo la porta al Trattato di Ottawa che le proibisce dal 1997.
Economia e Finanza
Debito – L’asta del Tesoro di ieri ha fatto segnare nuovi minimi storici per i rendimenti dei titoli del debito pubblico. I 2,5 mld di Btp a 10 anni hanno spuntato un rendimento in discesa dal 3,01% al 2,81%; medesima dinamica per i Btp a 5 anni (5 mld), dall’1,62 all’1,35%. Lo spread Btp/Bund ha invece chiuso la settimana a 157 punti base. Intanto però il debito italiano continua a salire in termini assoluti e ha toccato ad aprile 2.146,4 miliardi, con un incremento di 77 miliardi nei primi quattro mesi del 2014.