Politica interna
Silvio Berlusconi – Mentre dall’Europa piovono i commenti di sdegno per le parole dell’ex Premier sui lager, con un portavoce di Angela Merkel che le definisce “assurde” e con il candidato per il Ppe alla presidenza europea Juncker “nauseato”, il diretto interessato non indietreggia e anzi ha annunciato che non si scuserà con la Germania. In un’intervista per Piazza Pulita, Berlusconi si è inoltre definito il “miglior amico di Israele” e vittima di una “strumentalizzazione” da parte di Schulz e della sinistra italiana, lanciandosi in un nuovo clamoroso attacco, questa volta contro Napolitano: “Aveva il dovere morale di darmi la grazia (…), voleva sostituirmi con Fini. Ho dodici testimoni e se servirà dirò i nomi”.
Riforme – Intervistata dal Corriere della Sera, il Ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha confermato ancora una volta che la maggioranza “rispetterà il patto con Forza Italia” sul nuovo Senato, anche perché “Berlusconi ha ribadito il sostegno alle riforme” e inoltre “cambiare le regole con una maggioranza che includa l’opposizione è un plusvalore che va preservato”. Sul testo alternativo presentato dal democratico Chiti, il Ministro mette in guardia dal rischio di “personalismi” ma le aperture su modifiche “che non tocchino i punti qualificanti” sono sostanziali: “Stiamo lavorando alla parte sui nominati dal Colle, credo ne lasceremo al massimo cinque”. Il vero nodo sembra però essere l’elezione diretta dei senatori: Renzi non vuole arretrare sul punto e si sta studiando l’ipotesi di un listino bloccato per i futuri senatori da indicare in concomitanza con le elezioni locali. Intanto, nonostante l’ufficializzazione della nascita di Area riformista, una corrente di minoranza interna alternativa a Renzi, le parole di Bersani sembrano certificare l’abbassarsi della tensione generale: “Non c’è muro contro muro”.
Politica estera
Russia – Gli Stati Uniti hanno comunicato una nuova lista di destinatari delle sanzioni economiche decise in relazione alla crisi ucraina. L’amministrazione Obama ha colpito anche Igor Sechin, a capo del colosso petrolifero Rosneft e fedelissimo di Putin, oltre a 17 aziende russe con sedi all’estero. Sarebbe invece più improntata alla prudenza la lista di 15 nomi che la Ue pubblicherà oggi. Sullo sfondo il monito dell’economista Roubini: “Un blocco energetico russo porterebbe l’eurozona verso una nuova recessione”.
Slovenia – Sono ore convulse per il governo di Lubljana. Il primo Ministro Alenka Bratusek si recherà oggi dal Presidente della Repubblica e con ogni probabilità rassegnerà le proprie dimissioni. Dietro la repentina crisi politica ci sarebbe il ritorno del discusso ex sindaco della capitale, il magnate Jankovic, che proprio in queste ore è tornato segretario del partito guidato dalla Bratusek, “Slovenia Positiva”. I retroscenisti sospettano una staffetta programmata da tempo fra i due, con Jankovic, azzoppato alle elezioni del 2012 da guai giudiziari e dall’ostilità di media e alleati politici, che ora potrebbe arrivare al governo senza passare dalle urne.
Egitto – I giudici del maxi processo a carico di numerosi esponenti della Fratellanza Musulmana hanno emesso sentenze di condanna a morte nei confronti di 682 cittadini. Dietro la magistratura sembra celarsi lo spettro della giunta militare al governo in un Paese diviso e piegato dalla recessione economica, una giunta che oramai ha schiacciato il dissenso di ogni parte politica e si avvia a vincere le elezioni tra un mese con il generale Al Sisi.
Economia e Finanza
Macro Italia – Il Ministro dell’Economia Padoan è tornato a smentire le voci che vedono come probabile una manovra di bilancio dopo l’estate, ma ha annunciato che per il 2015 “l’iniziativa di spending review sarà rafforzata ed estesa”. Da Parigi, Padoan ha poi parlato degli obiettivi del Governo per quanto riguarda il semestre di presidenza italiana in Europa, invocando una politica fiscale comune che “punti alla trasparenza e allo scambio automatico delle informazioni per ridurre il carico fiscale”. La linea sull’agenda economica del Governo è stata infine dettata anche da un tweet del Premier Renzi: “Sulle riforme ci siamo, gli 80 euro ok, l’Irap va giù, pronti i soldi sulle scuole. Mercoledì la Pa”.
Bce – Il Presidente Draghi ha rassicurato sul basso rischio che l’Eurozona entri in deflazione e ha di conseguenza allontanato lo scenario di un massiccio “quantitative easing” in salsa europea: “L’acquisto dei bond è un‘ipotesi lontana”, che parlava in Germania di fronte a una platea di politici della Cdu, tra l’altro tradizionalmente diffidenti verso le pulsioni interventiste della Banca centrale europea.