Politica interna
Berlusconi vs Schulz: secondo round tra il Cavaliere e Martin Schulz, candidato socialista alla guida della Commissione Ue, dopo quello del 2003 quando Berlusconi sbeffeggiò il politico tedesco definendolo “kapò”. Ieri il leader di Forza Italia ha concesso il bis tornando sull’episodio e sostenendo di non aver avuto alcuna intenzione di offendere Schulz; poi ha pronunciato la frase che ha scatenato le polemiche “…perché i tedeschi, secondo loro, i campi di concentramento non ci sono stati, quelli russi di Katyn sì, i loro no”. Effetto immediato della dichiarazione quello di concentrare l’attenzione di tutti i media europei sul Cavaliere, cioè proprio quello che lui desidera. Impossibile stabilire se si sia trattato di una gaffe o di una frase studiata, l’effetto è stato quello di scatenare l’ira di Angela Merkel e l’indignazione dei socialisti e popolari europei. Schulz dopo un iniziale silenzio ha commentato “Berlusconi è sinonimo di odio, invidia e litigio”.
Riforme: il presidente del Consiglio si è incontrato al Quirinale con Giorgio Napolitano, al centro dei colloqui le riforme di cui l’Italia ha urgente bisogno. Il Presidente della Repubblica ha suggerito a Renzi un atteggiamento di flessibilità sia sui tempi che sui contenuti, e sul nodo che divide il premier da Forza Italia per la prima volta Renzi ha aperto alla possibilità di modifiche. ”Stiamo facendo di tutto per arrivare ad un testo che sia il più possibile condiviso, non ci sottraiamo al confronto parlamentare e siamo ormai ad un passo dal chiudere positivamente la partita delle riforme” ha detto Renzi uscendo dall’incontro; la settimana che si apre domani dovrebbe essere decisiva per l’adozione di un testo che ricompatti il Pd e diventi un punto fermo del superamento del bicameralismo.
Politica estera
Ucraina: guerra dell’acqua di Kiev, che ieri ha chiuso i rubinetti del canale che rifornisce la Crimea per l’85% del suo fabbisogno, con il pretesto di un debito mai saldato. Il governatore della penisola, nominato da Putin, ha tranquillizzato la popolazione assicurando che le riserve d’acqua potabile ci sono, mentre l’agricoltura potrebbe soffrirne. L’Ucraina ha minacciato anche la sospensione dell’energia elettrica, perché il territorio annesso da Mosca ha un debito di 70 milioni di dollari con i fornitori. La Russia si prepara ad affrontare nuove sanzioni autorizzate dal G-7 dopo il fallimento degli accordi di Ginevra; Obama ha già firmato il terzo pacchetto di tagli che attende di diventare operativo e che prevede di colpire non più singoli esponenti dell’establishment ma interi settori, come quello finanziario ed energetico.
Afghanistan: si deciderà al secondo turno, in programma per il 28 maggio, la lotta per la poltrona di presidente del Paese il cui mandato dura 5 anni. Se la contenderanno l’ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah e l’ex economista della Banca mondiale Ashraf Ghani che nel primo turno hanno ottenuto rispettivamente il 44,9% ed il 31,5%. Tali percentuali potrebbero però mutare perché sul tavolo della Commissione elettorale c’è una valanga di denunce di brogli che dovranno essere studiati e valutati.
Israele: L’Olp è considerata dalla comunità internazionale l’unico rappresentante ufficiale del popolo palestinese e ieri il suo leader per oltre un’ora ha ribadito il riconoscimento d’Israele e la rinuncia alla violenza, offrendo di restare al tavolo negoziale anche dopo la scadenza prevista per fine mese. Con poche concessioni alla retorica Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha spiegato il senso dell’accordo firmato con Hamas per la formazione di un governo di unità nazionale, cercando di tranquillizzare chi guarda al movimento islamico con sospetto. Immediata la reazione del governo di Tel Aviv secondo cui “Abbas ha dato il colpo di grazia al processo di pace”. Kerry e lo stesso Obama hanno sostenuto la necessità di concedere alle parti una pausa di riflessione.
Economia e Finanza
Conti pubblici: si avvicina il momento della verifica di Bruxelles sulle misure del governo Renzi, dal taglio del cuneo fiscale alle riforme per crescita ed occupazione. Il primo verdetto arriverà il 5 maggio, quando le nuove previsioni economiche della Commissione europea quantificheranno l’impatto delle misure sui conti pubblici, verificando la loro compatibilità con il risanamento dell’elevato debito contro cui la Ue punta il dito da anni. La Commissione dirà la sua sul rinvio del pareggio di bilancio dal 2015 al 2016 deciso dal Governo con l’ultimo Def; accettare significherebbe per Bruxelles chiudere un occhio sull’aggiustamento strutturale chiesto all’Italia ad ogni verifica dei conti, quindi il via libera non è scontato. Il ministro Padoan prenderà la parola per illustrare i provvedimenti con cui l’Italia risanerà i suoi squilibri, il fatto che la Commissione sia in scadenza potrebbe giocare a nostro favore con un rinvio della decisione.
Titoli di Stato: il primo quadrimestre del 2014 si chiude per il Tesoro la prossima settimana con le ultime aste di aprile. Domani 7 miliardi di BoT semestrali e martedì i CcTeu e i BTp a cinque e dieci anni per una raccolta massima di 9 miliardi, che se confermata porterà al 45% la quota già realizzata del programma di emissioni a medio-lungo termine di quest’anno, prevista di 280 miliardi. Se l’andamento dei primi quattro mesi dovesse estendersi a tutto il resto dell’anno il Tesoro dovrebbe riuscire a tagliare il traguardo del minimo storico sotto il 2% per il costo medio all’emissione 2014, calando al di sotto del 2,08% raggiunto nel 2013.