Riforme – C’è accordo tra Pd e Ncd sul decreto anticorruzione: un vertice di maggioranza scioglie gli ultimi nodi e definisce un testo da votare in Parlamento. Il punto più importante è il falso in bilancio: dal 2002 si poteva procedere solo per querela di parte, ora si è deciso di procedere sempre d’ufficio; inoltre, saranno alzate le soglie di punibilità. Il testo prevede anche norme più severe per i casi di concussione per induzione e messa a libro paga. Il governo interviene anche sul mondo della televisione: con un emendamento al decreto Milleproroghe, l’esecutivo cancella gli sconti per le frequenze tv Rai e Mediaset. Dura reazione di Forza Italia che descrive la mossa come una vendetta contro Berlusconi per aver fatto saltare il patto del Nazareno.
Il Pd – Dopo aver fatto pace con il Ncd di Angelino Alfano e incassato i risultati dell’”effetto Mattarella” (la rilevazione settimanale di Swg lo dà in crescita dell’1,7% rispetto alla settimana scorsa), il Partito democratico potrebbe veder ingrossate le sue fila: oggi tutti i senatori di Scelta Civica, eccetto il fondatore Mario Monti, e forse anche qualche deputato, potrebbero entrare a far parte del Pd, dopo che ieri sera Matteo Renzi, in qualità di segretario, ha prefigurato un cammino comune per cambiare l’Italia. E nel caos che in questi giorni domina in Forza Italia, qualcuno ipotizza persino defezioni azzurre verso i democratici.
Gli altri partiti – La guerra intestina che sta dilaniando Fi, ormai spaccata in almeno tre tronconi e con tanti non allineati ma pieni di malumori, condiziona le mosse di Berlusconi. Il leader non si esprime ufficialmente sulla situazione del patto del Nazareno e parlerà ai suoi gruppi mercoledì prossimo. Intanto per riprendere il dialogo con Renzi, l’ex Cavaliere cambia ambasciatori: congelato Verdini, ora dovrebbe essere il turno di Giovanni Toti e Paolo Romani. Si ferma, almeno per ora, il sogno di esportare la rivoluzione Cinque stelle nel resto del mondo: Grillo cancella sette delle otto date del suo tour per stare vicino al Movimento in vista delle Regionali. Il direttorio non riesce sgravare il fondatore nella guida dei Cinque stelle e Casaleggio non sembra in grado di sostenere da solo il peso politico di questo momento di defezioni, polemiche ed espulsioni.
Politica estera
Ucraina – Missione franco-tedesca a Kiev: la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese François Hollande sono volati in Ucraina per presentare al presidente Poroshenko un nuovo piano di pace. La proposta è in sostanza una riedizione dell’accordo stipulato a Minsk in settembre e mai applicato: cessate il fuoco di 15 giorni, ritiro delle armi pesanti e coinvolgimento degli osservatori Osce. Oggi Hollande e Merkel saranno a Mosca per sottoporre il piano a Vladimir Putin. Intanto il segretario Usa John Kerry dichiara che gli Stati uniti stanno valutando la fornitura a Kiev di sistemi difensivi.
Giordania – Re Abdullah, insieme ai vertici delle forze armate, vara il pugno di ferro contro lo Stato Islamico e si trasforma nel sovrano di una nazione in guerra. Trenta F-16 dell’aviazione reale, decollati dalla base re Hussein di Mafraq, hanno bersagliato la città di Raqqa, capitale del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, meno di 24 ore dopo il raid notturno su sette posti di comando Isis a Mosul, nel nord dell’Iraq. Inoltre, re Abdullah ha parlato di possibili operazioni di truppe speciali contro obiettivi selezionati per eliminare i leader del Califfato.
Economia e Finanza
Grecia – Aumenta la pressione sulla Grecia dopo la decisione della Bce di non accettare più i titoli pubblici di Atene a garanzia dei prestiti: il ministro delle Finanze tedesco Schäuble, dopo l’incontro con il suo omologo greco Varoufakis, boccia la richiesta di un programma ponte, aggiungendo che le prime misure annunciate dal governo Tsipras non vanno nella direzione giusta e che Atene deve trattare con la Troika. Dura replica del primo ministro greco che dice basta ai ricatti. E mentre viene convocato per il prossimo 12 febbraio un Consiglio europeo proprio sul tema della crisi greca, arriva il monito anche del Fondo monetario internazionale che chiede di evitare il contagio. Una mediazione tra Atene e la Troika prova a trovarla il ministro dell’Economia Padoan che, in un’intervista ad Avvenire, approva la mossa della Bce ma dice che per il Paese serve una soluzione duratura per aiutare il popolo greco a rialzarsi.
Stime Ue – La ripresa italiana finalmente c’è ma è fragile, mentre la disoccupazione resta a livelli drammatici, quest’anno sarà al 12,8% della forza lavoro perché il mercato fatica a reagire alle cure del governo. Nel 2016 andrà meglio, prevede la Commissione europea, e il Pil dovrebbe salire dell’1,3%, comunque sotto la media europea (1,9). Due buone notizie arrivano dall’analisi dei conti pubblici: il disavanzo a dicembre sarà più basso del previsto (2,6% del Pil), mentre la correzione del deficit strutturale è calcolata nello 0,25%. Proprio per quest’ultimo dato, che rappresenta un requisito fondamentale, la Ue ha lasciato intendere che darà l’ok alla Finanziaria 2015 a fine mese.